"Ecco D'Agostino, regista alla Pirlo.."
Domenica Marcello Lippi convocherà Gaetano D’Agostino in Nazionale. Sarà la prima volta per un giocatore che ha raggiunto a Udine, all’età di 26 anni, il punto più alto della sua maturazione tecnica e tattica. Oggi è il giocatore più vicino a Pirlo, l’unico che può sostituirlo per posizione e senso calcistico. Rispetto al regista del Milan ha una maggiore capacità di riconquista del pallone, in meno la pulizia nel dribbling. Su un punto sono davvero vicini: il lancio verticale, la pennellata che si alza e ricade dove spera l’attaccante. Basta ricordare il gol segnato da Di Natale, nel campionato scorso, contro la Reggina, forse il gol più bello del campionato: lancio di D’Agostino al di qua della linea di centrocampo con palla che scende giù docile sul piedino di Totò. Pirlo ha quel lancio fino ai 30 metri, D’Agostino di più.
GIOCATORE EVOLUTO - La sua crescita è evidente. Con Marino ha toccato livelli mai raggiunti prima, né a Roma, né a Bari, né a Messina dove giocava in ruoli diversi, compreso quello di esterno. D’Agostino è un regista, uno di quelli che determinano i tempi e i movimenti del gioco. Domenica scorsa, a San Siro, finchè il fiato ha retto (l’Udinese aveva giocato giovedì sera a Mosca), ha tenuto il confronto con personalità davanti a Cambiasso e Vieira. È stato lui a impressionarli, non l’opposto. Trova beneficio dalla presenza al suo fianco di Inler. Sembrano nati per giocare uno accanto all’altro, come accadeva a Corini e Perrotta ai tempi del Chievo di Del Neri. Si muovono come se fossero legati da un filo invisibile: la forza e l’intelligenza di Inler, l’intelligenza e la qualità di D’Agostino.
RUOLO RITROVATO - Dicono che quello del regista sia un ruolo in disuso. Poi appaiono giocatori come lui, ne resistono altri come Liverani e su tutti Andrea Pirlo, e qualcuno comincia a ricredersi. In mezzo al campo comanda chi ha il sale in zucca.
FONTE: Alberto Polverosi (Corrieredellosport.it)
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