Fiorentina, un lieto fine
Jorgensen: "Non smetto"
Il centrocampista danese: "Sto bene, nelle ultime settimane sono stato più all'ospedale che a casa, ho fatto tutti gli esami del mondo. E' stato difficile, non sapevo che cosa avevo. Ora sono tranquillo. In Champions abbiamo fatto esperienza, servirà per l'anno prossimo"
Tutti in campo, di nuovo. Perché dopo l'esame Lione, la Fiorentina è attesa dalla prova Olimpico. Domenica pomeriggio la squadra di Prandelli si troverà di fronte la Roma. Succederà tutto cinque giorni dopo il k.o. con il Lione. Ieri sera i viola sono stati eliminati dalla Champions League. Non dall'Europa: a Bucarest (contro la Steaua, il 10 dicembre) la Fiorentina giocherà per il terzo posto del girone e per il conseguente accesso agli ottavi di finale di Uefa.
DAY AFTER – All'interno della squadra il morale è basso per la sconfitta con i francesi. Ma in un giorno grigio ecco un motivo per sorridere: il ritorno di Martin Jorgensen, due mesi dopo. Influenza con ripercussioni neurologiche: era stata la versione ufficiale, tre settimane fa. Poi le voci, quelle che parlavano di un male più grave, sempre smentite.
JORGENSEN - Oggi lo ha fatto anche il giocatore: "Sto bene, non smetterò di giocare a calcio. Anzi, ho grande voglia di ricominciare. Nelle ultime settimane sono stato più all'ospedale di Careggi che a casa, ho fatto tutti gli esami del mondo. E' stato difficile quando non sapevo cosa avevo, mi preoccupavo. Ma ora sono tranquillo. E anche a casa sono riuscito a fare degli allenamenti impegnativi: pensate sia facile stare dietro a dei bambini?". Sorriso, pausa e ripresa: "Il momento più duro è stato il giorno del mio compleanno, il sei ottobre scorso. E'stato anche il primo giorno d'ospedale. So che sul mio conto giravamo voci strane, ma ora posso dirlo: sto bene. I tifosi mi sono sempre stati vicino. Come la squadra. Mi è mancato tanto lo spogliatoio, spero di essere mancato anch'io ai compagni". Interviene anche Paolo Manetti, responsabile sanitario del club viola. Spiega: "Tutto è iniziato i primi di ottobre, con quella che sembrava una banale forma di para influenza. Poi c'è stato un incremento della cefalea e una settimana di ricovero in ospedale. Ora possiamo dire che si è trattato di una forma virale rara, con interessamento delle meningi, ma non una vera meningite. Dopo persistevano altri disturbi: abbiamo approfondito per escludere la presenza di altre malattie. Così è stato, ora siamo tranquilli. Ed è giusto condividere le belle notizie. Per la completa ripresa agonistica è difficile fare previsione: possiamo parlare di gennaio. Dopo la pausa natalizia Martin sarà al cento per cento".
DIMENSIONE – Intanto, Jorgensen vuol tornare a pensare al calcio. Inizia parlando di quella che è stata la partita di ieri: "Il Lione è stato più forte di noi. Ma la Champions è questa. Abbiamo fatto esperienza, ci servirà per l'anno prossimo". Prima erano state dette altre parole importanti. Frey, dopo la partita, era sconsolato: "Ci abbiamo provato, ma ora come ora la realtà è che la Champions è troppo grande per noi. È una dimensione che al momento non ci appartiene. Se per questo andrò via da Firenze? Sarò l'ultimo ad abbandonare la nave". Prandelli, al termine, era stato più lucido: "Ringrazio la squadra, usciamo a testa alta. E questa partecipazione ci ha comunque dato qualcosa: la convinzione che la Fiorentina ha un futuro. Un futuro europeo, un futuro da Champions. L'anno prossimo vogliamo essere di nuovo qui".
TESTA A ROMA – Intanto sono ripresi gli allenamenti: domenica la Fiorentina farà visita alla Roma. I viola hanno perso malamente le ultime due trasferte di campionato (1 a 0 contro Siena e Cagliari) e ora sono chiamati a dare una risposta soddisfacente lontano dal Franchi. Non ci sarà Dainelli, infortunato.
TIFOSI – La gara con il Lione ha lasciato strascichi: la polizia sta infatti esaminando filmati girati dalle telecamere di servizio per individuare i presunti responsabili di un'aggressione a due tifosi francesi, medicati per alcune contusioni.
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