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  02/12/2008 - QUI INTER


Mou meglio di Mancini

A confronto l'Inter dello scorso anno e quella attuale: in campionato il portoghese ha un punto in classifica in meno, un margine più rassicurante sulle inseguitrici, e una sconfitta di troppo rispetto al percorso netto del predecessore. In Europa mancano all'appello due vittorie

L'Inter di Mancini e quella di Mourinho sono unite da un dato, il più importante: il primo posto in campionato dopo 14 giornate. Il confronto tra le due ere diventa più interessante quando entrano in gioco altri numeri e un paio di considerazioni sui moduli utilizzati che, come vedremo, hanno tanti aspetti in comune.

+ 1 MANCIO - Roberto Mancini ha allenato i nerazzurri per quattro stagioni, dal 2005 all'estate del 2008, collezionando 152 presenze, 3 scudetti (due dei quali arrivati dopo Moggiopoli), 2 coppe Italia e 3 Supercoppe. Il 2 dicembre 2007 la sua Inter vinceva a Firenze (0-2) portandosi a 31 punti in 14 giornate, che diventeranno 34 dopo i recuperi delle gare rinviate per la morte di Gabriele Sandri. Il distacco? Tre punti sulla Roma, seconda. Ora le cifre di Josè Mourinho, al primo campionato in Italia e con una Supercoppa già in bacheca, a un anno di distanza: 33 punti, 6 lunghezze su Juve e Milan, 9 sul Napoli. "Fatturato" leggermente inferiore rispetto al predecessore, ma con una sconfitta in più (quella nel derby), 1 gol realizzato in meno (25 contro 26, mentre è identico quello delle reti subite, 8) e una serie di primati che spettano allo Special One relativamente al torneo in corso.

IN CHAMPIONS - Il ruolino di marcia in Coppa vede invece avanti il Mancio, che di questi tempi (a quota 12 punti) aveva in tasca il primo posto nel girone nonostante il k.o. alla prima notte di Champions, contro il Fenerbahçe. Per i "manciniani" di ferro è in questo campo che il portoghese gioca la "vera" partita, quella del trionfo europeo, che Mourinho (8 punti in 5 partite, 4 in meno) deve far sua per compiere davvero la sua missione. Nel frattempo va sottolineato come l'Inter di oggi somigli tantissimo a quella di un anno fa. La squadra che ha battuto ieri il Napoli era composta da 10 "senatori" su 11, perché se si esclude Muntari, gli altri nuovi acquisti erano in panchina (Mancini) o addirittura in tribuna (è il caso di Quaresma, il più caro). E se Jimenez vestiva al Franchi i panni del rifinitore, domenica al Meazza, è toccato a Stankovic.

ROMBO E TRIDENTE - Nella sua versione più recente, quella delle 5 vittorie consecutive in campionato, Mourinho non ha mai utilizzato il tridente dall'inizio. Si tratta del modulo che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto rappresentare il riferimento dell'Inter 2007/08, ma che in definitiva è stato utilizzato solo nelle prime giornate. Complice il precario stato di forma degli esterni, denunciato dallo stesso Mourinho, i nerazzurri hanno abbracciato schemi già noti dopo il fugace esperimento che ha portato la squadra a disporsi con un rivoluzionario 4-2-4. Ecco quindi il rombo con Stankovic vertice alto, visto e rivisto sotto la gestione Mancini, o il 4-4-2 con Ibra e Adriano (o Cruz) in attacco. Moduli che questa squadra conosce perfettamente e che, classifica alla mano, costituiscono un punto a favore dell'Inter di oggi. Per le rivoluzioni, se il primo posto è in tasca, c'è tempo.

Fonte: Gazzetta.it