Per Marco Motta ieri è stato il primo allenamento con la Roma. E’ arrivato martedì sera a Roma, non ha avuto ancvora il tempo di pensare alla casa che, cercherà all’Eur, come hanno fatto molti dei suoi nuovi compagni. Motta, con la maglia dell’Atalanta, ha esordito in serie A proprio contro la Roma, all’Olimpico, il 9 gennaio 2005. Affronta con grande entusiasmo questa avventura, ce la metterà tutta per sfruttare questa occasione: «E' un sogno per me essere qui tra tanti campioni, in una società così ambiziosa e così importante. Il primo allenamento è stato un po’ come il primo giorno di scuola. I nuovi compagni mi hanno accolto benissimo, mi hanno dato il benvenuto e credo sia un bellissimo gruppo».
«ROMA, UN SOGNO» - La scorsa settimana è spuntata la Roma. Gli sembra un sogno: «Sapere che una squadra importante come la Roma abbia pensato a me mi rende orgoglioso ed è stata una sensazione straordinaria e bellissima. Ho sperato fino all'ultimo che questa possibilità si concretizzasse e ce l'ho fatta». Ha parlato dei suoi nuovi compagni davanti alle telecamere di Rona Channel: «Roma è il massimo, una delle squadre più forti al mondo e avere tutti i giorni la possibilità di allenarmi con campioni del calibro di Totti e De Rossi e tutti gli altri per me è una cosa straordinaria. Alberto Aquilani era l’unico che conoscevo per aver giocato con lui nell’Under 21». A Udine negli ultimi tempi non trovava più spazio, forse anche per una questione legata al contratto: «I primi sei mesi per me sono stati buoni, poi si è presa la decisione insieme alla società di cambiare aria e di trasferirmi. Colgo l'occasione per ringraziare l’Udinese che mi ha permesso oggi di essere qui».
GRANDI AMBIZIONI - E’ un ragazzo che arriva in punta di piedi, ma che ha grandi ambizioni: «Penso ad allenarmi al massimo ogni giorno. Ogni allenamento è un pò come fosse una partita di Champions perchè mi alleno con grandi campioni e dovrò cercare di carpire tutti i trucchi del mestiere e imparare dall'allenatore che è molto bravo. Ogni allenamento è fondamentale».
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Guido D'Ubaldo - Corrieredellosport.it
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