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  18/02/2009 - QUI PALERMO

Alla scoperta del nuovo acquisto Hernandez


Abel Mathías Hernández, è lui il nuovo acquisto del Palermo che i rosanero hanno presentato sabato scorso a Palermo.



Cresciuto nelle giovanili dell'Atlanta, passa poi a quelle della sua squadra del cuore, il Peñarol, ma dopo qualche mese, ritenuto ancora fisicamente inadeguato, decide di accasarsi al Central Español per trovare più spazio. Proprio qui brucia le tappe nelle giovanili e viene lanciato a sorpresa dall’allenatore Machado. Dodici le presenze e quattordici le reti segnate, per la sua prima stagione, che lo porta alla ribalta a soli sedici anni.



Terminata la stagione, la scorsa estate il suo procuratore lo porta in Italia, il giovane effettua un periodo di prova col Genoa che però decide di non tesserarlo a causa di qualche problema cardiaco riscontrato nelle visite mediche e lo status di extracomunitario; Preziosi avrebbe voluto prenderlo facendogli firmare un precontratto e “parcheggiandolo al Lugano o al Nancy.




Nel luglio del 2008 allora torna con grande gioia al Peñarol. A metà dell’ottobre scorso gli viene riscontrata un'aritmia ventricolare, il mese successivo però, ricevuto l'ok dello staff medico della società uruguaiana, torna ad allenarsi ed a giocare mettendo a segno tre reti in otto partite.



Arriviamo ai giorni nostri; il mese scorso, Hernandez, appena diciassettenne viene chiamato per giocare con la Sub-20 uruguaiana il “Campionato sudamericano Under-20” e forma con Santiago Garcìa una grande coppia d'attacco. Nel girone eliminatorio, trascina letteralmente la “celeste” che accede così a punteggio pieno alla fase successiva. L’apice del torneo lo raggiunge mettendo a segno una doppietta contro il Brasile, al quale segnerà ancora nella seconda fase del torneo. Le altre reti arriveranno poi contro Argentina e Paraguay e porteranno l’Uruguay al terzo posto, oltre che a valergli il titolo personale di capocannoniere del torneo, in coabitazione con il brasiliano Walter Henrique da Silva, ed i paraguaiani Hernán Pérez e Robin Ramírez.



A febbraio poi arriva la chiamata del Palermo, che lo porta in Italia da subito, spaventato da possibili manovre di acquisto da parte del Napoli.


Il suo soprannome “La Joya” vuol dire “Il gioiello”, fisicamente somiglia parecchio al primo Henry. Hernandez è un giocatore rapido, un attaccante mancino che può giocare come prima o seconda punta, non disdegnando nemmeno il ruolo di ala o trequartista. Le sue maggiori qualità sono senz’altro il controllo di palla, il senso del goal e lo scatto esplosivo, e nonostante i 186 centimetri di altezza, il suo fisico esile gli permette un’ottima agilità e reattività sotto porta.


Insomma, non vediamo l’ora di vederlo scendere in campo, magari al fianco del connazionale Cavani, per dimostrare a tutti che il futuro del calcio potrà essere anche il suo.




Davide Scandura