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  24/02/2009 - LA SCOMPARSA DI CANNAVO'

L'ultimo saluto..

È stata riaperta alle 9 di stamattina la camera ardente di Candido Cannavò, nella sua seconda casa, la sede della Gazzetta dello Sport in via Solferino, a Milano. Fino alle 13.30 era possibile rendere omaggio all'ex direttore, mancato domenica scorsa a 78 anni, per le conseguenze di una emorragia cerebrale che lo aveva colpito il giovedì precedente. Alle 14.45 si svolgeranno i funerali in Sant'Ambrogio.


LO SPORT E' IN LUTTO - Incessante è stata anche questa mattina la processione di amici, colleghi e persone comuni, fra cui molti giovani. Uno sguardo, una parola, una lacrima. E tanta commozione, nel ricordo di un grande uomo di sport che ha accomunato mondi diversi sotto la bandiera della passione sportiva. "Un grande amico", sono state le uniche parole pronunciate da Giampiero Boniperti. "Un maestro unico, inimitabile", l'immagine-flash di Simona Ventura. "Un uomo che tutti gli amati dello sport, e non solo gli sportivi, non hanno potuto che amare", il ricordo commosso di Alberto Tomba. Fra i più colpiti dal lutto Felice Tagliaferri, lo scultore non vedente, protagonista, fra gli altri, dei alcune opagine di "E li chiamano disabili": "Mi ha sempre colpito come Cannavò guardasse e vedesse dentro le persone, lui sapeva cogliere quel tipo di bellezza". L'ex presidente del Napoli Corrado Ferlaino lo ricorda come un "direttore giusto, che amava tutto il calcio in egual misura, quello del Sud come quello del Nord". Le istituzioni sono state rappresentate dal presidente della Figc, Giancarlo Abete e dal suo vice Demetrio Albertini, dal presidente dell'Aia, Cesare Gussoni, oltre che dall'ex presidente federale Franco Carraro.


L'OMAGGIO DI PLATINI - "Fa parte di quelle persone italiane mitiche che ho incontrato durante la mia carriera, un po' come Gianni Brera": così il presidente dell'Uefa, Michel Platini, ha reso omaggio a Candido Cannavò. "Non eravamo nella stessa posizione, lui in tribuna e io in campo, ma leggevo i suoi articoli in cui difendeva il bel calcio. Aveva la possibilità di mandare certi messaggi, ha dato allo sport il suo valore, ha reso piccoli grandi giocatori e anche il contrario".


FONTE: gasport - Gazzetta.it