"Stregato dalla Roma.."
È arrivato in punta di piedi e in un mese è diventato titolare. È entrato contro il Genoa per sostituire Cicinho, l’otto febbraio e non è più uscito di squadra. Marco Motta ci racconta in questa intervista esclusiva un mese vissuto tutto d’un fiato che gli ha cambiato la vita. E’ difficile incontrare un calciatore che a ventidue anni dimostri una personalità e una sicurezza nei suoi mezzi come Motta. Uno che sa dove vuole arrivare, un rinforzo per la Roma del futuro. Protagonista anche in Champions League contro l’Arsenal, il difensore arrivato al penultimo giorno di mercato di gennaio è fiducioso sulla qualificazione. I tifosi giallorossi lo hanno adottato subito, è diventato in fretta un loro beniamino. Sabato ritrova l’Udinese, dove un mese fa faticava a trovare spazio. La sua è una storia da raccontare, la storia di un ragazzo brianzolo alla conquista di Roma.
Marco Motta, alla Roma da trenta giorni esatti. Un mese straordinario? «Un’esperienza indescrivibile. L’ho sempre ribadito ai miei cari, ai miei amici. Le motivazioni che ho dentro mi hanno portato sin qui e non c’è nulla di scontato» .
Un mese e mezzo fa era in tutta un’altra realtà e magari alla Roma non ci aveva neppure pensato. «Ho saputo dell’interessamento della Roma nell’ultima settimana di mercato, era giovedì. Stavo vivendo una situazione particolare all’Udinese. Ho provato orgoglio, entusiasmo, ma in certi casi illudersi è molto semplice. Solo quando era tutto concluso ho potuto gioire. E ora sono qui» .
Al debutto partendo dalla panchina contro il Genoa. Da allora sempre titolare. Si è inserito subito con personalità. «Nella vita ognuno ha un ruolo ben preciso. Tutto avviene sul terreno di gioco. Lì ti misuri con l’avversario e non ci sono campioni o brocchi. Lì ho cercato di dare il massimo e ripagare la fiducia che era stata riposta in me. Non ci sono attenuanti. Ognuno ricopre i compiti che gli sono richiesti».
Ha cominciato a conoscere Roma? «Nelle prime settimane sono stato impegnato a cercare casa. Ora l’ho trovata. La mia non vuol essere una sviolinata, ma quella che sto vivendo è una grandissima opportunità e non deve avere rimpianti. I miei punti fermi sono Trigoria e l’Olimpico. La città la devo ancora scoprire. Le mie attenzioni fino erano finalizzate a sistemarmi al meglio» .
Leggi l'intervista completa sull'edizione odierna del Corriere dello Sport
Guido D'Ubaldo - Corrieredellosport.it
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