Mourinho: "E' una sfida per uomini veri"
È un Josè Mourinho che schiva le polemiche quello che si è presentato oggi alla conferenza stampa all’Old Trafford. Nessuna concessione di formazione, nessuna polemica, nessun attacco: lo Special One stavolta si è trasformato in “Ordinary One”. «Per me giocare all’Old Trafford o in un altro stadio è lo stesso e domani vedremo se la mia squadra è uguale a me. Parlare prima è facile… Il problema non sarà la tradizione negativa dell’Inter negli ottavi di finale, lo stadio o l’atmosfera che troveremo, ma la forza di un Manchester che gioca bene e ha individualità importanti. Ai giocatori forti e agli allenatori bravi, però, giocare partite così piace. Mi aspetto un match divertente o una partita a scacchi? Spero divertente dopo che è finito». Chiaro il suo obiettivo: prima di tutto il passaggio del turno, anche a discapito del gioco.
VANTAGGIO - Lo 0-0 della partita d’andata secondo Ferguson favorisce il Manchester, mentre Mourinho la pensa diversamente. «Credo che sia un buon risultato per chi gioca in trasferta. Con un pareggio per 0-0 nella prima partita sono stato eliminato dal Liverpool quando allenavo il Chelsea, mentre ho vinto la Champions nell’anno del Porto. Quella di domani sarà una gara i cui chi vince va avanti, ma noi abbiamo anche la possibilità di pareggiare. È un incontro per chi sopporta la pressione».
OLD TRAFFORD - L’atmosfera del “Teatro dei Sogni” la conosce bene: «Rispetto al 2003-2004, quando ci sono entrato per la prima volta, sembra passato tantissimo tempo e invece sono trascorsi solo cinque anni. Questo stadio lo conosco come casa mia e pochi minuti fa l’addetto al taglio dell’erba mi ha addirittura chiesto quale parte del campo avremmo usato. Qui il calcio è diverso rispetto all’Italia dove da tre settimane si vive un dramma parlando delle passate eliminazioni dell’Inter negli ottavi. Per me il football è passione e piacere e preferisco vedere questa sfida come una possibilità che abbiamo di eliminare i campioni del mondo». Frecciata in piena regola all’Italia, ai giornalisti italiani e al nostro modo di intendere il calcio.
FUTURO - Il finale è sul Manchester e sulla carriera dello Special One: «Magari tra vent’anni allenerò il Manchester. Ferguson però mi sembra sia forte e stia bene. Lasciamolo qua ancora un po’… Il Manchester? Grande squadra con molte individualità di valore. Noi però sappiamo quello che dobbiamo fare e siamo pronti per farlo».
corrieredellosport.it
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