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  12/03/2009 - I NERAZZURRI COLGONO 2 PALI, IL MANCHESTER FA 2 GOL

Inter fuori a testa alta

L’Inter è fuori dall’Europa, e per il terzo anno di fila si ferma agli ottavi di finale della Champions. Avanza il Manchester United (2-0) con i gol di Vidic e Ronaldo, esecutori di una pena fin troppo severa per i nerazzurri al di là della cifra tecnica superiore espressa dai campioni del mondo. La traversa centrata da Ibrahimovic, il palo di Adriano e altri quattro tentativi di poco fuori bersaglio avrebbero infatti meritato una sorte migliore.


C’E’ MARIO - Mourinho parte più coperto che può. Balotelli viene preferito a Mancini con compiti da esterno universale (cioè terzino aggiunto all’occorrenza). Ferguson propone tre novità rispetto all’andata: Vidic in difesa dopo il turno di squalifica, Scholes al posto di Fletcher in mezzo e Rooney nel ruolo che due settimane fa era stato di Giggs (con Park largo a sinistra). E’ lo stesso modulo dello 0-0 in Italia, ma visto che il gol arriva subito, ci vogliono 4 minuti per ripiegare sul più comodo 4-4-2.

SUBITO SOTTO - Angolo di Giggs, Vieira scivola sul piede d’appoggio e lascia a Vidic il colpo di testa dell’1-0 facile. E’ una mazzata per l’Inter, che impiega 20 minuti buoni per rialzarsi. Pesano le minaccia laterali: non solo l’esplosività di Ronaldo, c’è anche l’esperienza di Giggs (793 partite con i Red Devils), bravissimo ad accentrarsi per aprire spazi ai compagni. Il prevedibile avvio da terremoto dei diavoli produce, oltre al gol, un episodio da moviola per un mani di Samuel in scivolata, bissato da un tocco meno eclatante di Stankovic, e un incredibile occasione buttata al vento da O’Shea, fermato da Julio Cesar.

QUANTI ERRORI - Mourinho del resto l’aveva anticipato: "Partiranno forte. Se segnano per primi dobbiamo restare calmi, ci basterebbe comunque un gol". Pare una profezia. I nerazzurri prendono le misure e affondano i colpi. E nonostante manchi il sostegno che permetterebbe a Ibra di far ripartire per bene la squadra, nel solo primo tempo germogliano quattro fiori sull’erba vicina a Van der Sar: la traversa dello svedese di testa, il missile di Stankovic salvato in angolo (non assegnato), la deviazione molle dello stesso Deki, illuminato sulla via del gol da Ibra, e il diagonale di Zlatan su assist di Balotelli. Occasioni pulite, giganti, al contrario di quanto accadde nel primo round.

LA MAZZATA - Giocando di prima c’è margine per schiodare i due centrali di Ferguson. In più, i terzini dello United non sono in serata, tant’è che O’Shea è costretto a trattare Mario con la clava. Buoni presagi, eppure ingannevoli. La "colpa", se vogliamo trovarne una, sta nell’aver concesso una seconda chance a una macchina da guerra. Nella ripresa spunta Muntari al posto dell’impresentabile Vieira, con il rombo. Ma come nel primo tempo, allo United "girano" i 4 minuti: Giggs porta a spasso mezza difesa e dà la stura al 2-0, "esploso" da Ronaldo (primo gol in questa Champions) su intuizione di Rooney.

LEGNO NUMERO DUE - Per tenere vivo il sogno Mourinho aggiunge le spallate di Adriano all’attacco. La mossa è giusta, perché l’Imperatore centra un palo interno da incazzatura colossale allo scoccare dell’ora di gioco. Certo, va detto che Berbatov divora il 3-0 dopo una sassata di Rooney, ma nemmeno uno dei celebri "dettagli" invocati dall’uomo di Setubal rendono facile la vita dell’Inter nella notte più dura della stagione. A Ibrahimovic resta in canna un altro colpo, disorientato da un tocco di Evra al momento della zuccata sicura, e se non fosse per Julio Cesar Ronaldo aumenterebbe il carico sul peso di Mourinho. Non è serata per i nerazzurri, la cui dimensione europea resta al piano inferiore rispetto all’attico occupato dai Red Devils.


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