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  09/08/2006 - PROVACI CHIEVO



SOFIA (Bulgaria), 8 agosto 2006 - Champions League, il Chievo ci prova. Andata del preliminare, al Vasil Levski, contro il Levski Sofia, domani allo ore 20.30 locali (le 19.30 in Italia). Ad onta del nome, il Vasil Levski non è l'impianto del club, ma lo stadio dedicato a un eroe nazionale e deputato a ospitare le partite della Bulgaria, l'unica struttura calcistica del Paese dotata di licenza per la Champions. Non è previsto il tutto esaurito, ma ci saranno comunque 30mila spettatori, quanto basterà per creare un ambiente caldo, alla maniera dei Balcani.

All'inizio della conferenza stampa della vigilia, Bepi Pillon, l'allenatore, è sollecitato dai giornalisti bulgari su Calciopoli. Una provocazione, ma Pillon tiene i nervi saldi: "Noi non siamo stati coinvolti, non capisco quale sia il problema. Le sentenze ci hanno permesso di arrivare alla Champions. Eravamo già contenti dell'Uefa, figuriamoci se non lo siamo ora. Siamo arrivati qui e vogliamo giocarcela.

Il Levski? È forte, ha due esterni di assoluto valore come Telkiyski e Yovov, un trequartista interessante come Bardon, una punta del livello di Emil Angelov. Ottima formazione".
Preoccupato?
"No, io conto sulla mia forza della squadra - prosegue Pillon - per me tutti i 24-25 giocatori a disposizione sono importanti. Non mi interessa se manca quello o quell'altro, avere paura è sbagliato. Sappiamo giocare a calcio e vogliamo dimostrarlo domani sera".

Chi è favorito?

"Il Levski, per l'esperienza internazionale e per la struttura di squadra, sanno come affrontare certe situazioni estreme, ma il campo è il giudice unico, il passato non conta. Noi dobbiamo stare sereni, tranquilli. Se verremo eliminati, non vivremo alcuna tragedia. Non siamo il Milan o l'Inter, vogliamo, però, essere all'altezza della situazione. Non siamo qui per essere spettatori".

Un pronostico secco per la sfida di domani?
"Vorrei che finisse 1-1, un pari con gol sarebbe un eccellente risultato".

Il Chievo gioca un calcio difensivo?
"Non direi proprio, abbiamo la mentalità di chi cerca sempre di fare gol".
Se il Levski giocasse in Italia, a quale livello competerebbe?
"Nella medio-alta classifica della serie A, il Levski ha un'identità precisa, si vede la mano dell'allenatore, i suoi ragazzi sviluppano un gioco preciso".

Il Chievo ha seri problemi in difesa. Lorenzo D'Anna e Davide Mandelli sono rimasti in Italia, a curarsi i malanni. Davanti a Sicignano i due centrali dovrebbero essere Scurto e Mantovani, ma non è esclusa una diversa soluzione: dentro Malagò nel ruolo di terzino destro, con spostamento di Moro in posizione centrale, a fianco di Mantovani o Scurto. Pillon conferma: "Sì, ho questo dubbio. Devo decidere".

In attacco Tiribocchi è favorito su Pellissier, dovrebbe essere il Tir a far coppia con Amauri. Salvatore Lanna, capitano al posto dell'infortunato D'Anna, dice: "Il Levski è più avanti di noi, è più avanti nella preparazione, ma possiamo competere alla pari. Portare la fascia nella prima partita del Chievo in Champions è motivo di orgoglio, vanto e piacere. L'occasione è importante, siamo pronti e possiamo competere alla grande". E ai giornalisti bulgari che insistono su Calciopoli: "Dobbiamo metterci alle spalle quanto successo in Italia e in questo senso abbiamo una responsabilità in più. Sappiano che tanti italiani sperano nel Chievo in Champions League, siano felici di rappresentarli".

Analogie con la prima volta del Chievo in Europa, nel 2002 in coppa Uefa, quando il cub pandorato venne eliminato al primo turno dalla Stella Rossa Belgrado? "Allora eravamo appena arrivati in serie A, giocavano un calcio sbarazzino, sempre all'attacco. Oggi la squadra è più matura, non siamo qui per fare le comparse, ma per passare il turno. Ci teniamo parecchio".
Bulgari scatenati, chiedono a Lanna un parere su Valeri Bojinov, bulgaro della Juve. Lanna telegrafico: "Un ragazzo con ottime qualità". La conferenza stampa si chiude, resta una sensazione sgradevole: le domande su Calciopoli si sono sprecate. Pillon e Lanna hanno abbozzato, se la sono cavata, ma prepariamoci, nei mesi a venire le sqadre italiane all'estero saranno tormentate sull'argomento. Le colpe di qualcuno ricadono su tutti.
dal nostro inviatoSebastiano Vernazza