Il Napoli punta tutto su Pandev
I sogni son desideri: e sulle spiaggie, ascoltando il rumore delle onde, ci si può cullare tra Pandev e Zuniga, De Sanctis o Marchetti. L’estate più bollente che si possa ricordare del Terzo Millennio è un concentrato di polvere pirica che sinora ha consegnato Quagliarella, Cigarini, Campagnaro e (quasi ufficialmente) De Ceglie, ma i colpi non sono finiti e c’è una voglia sfrenata di concedersi botte di vita. Pandev più di Di Natale, molto di più; e comunque un inno all’estetica, alla bellezza, alla levità dei gesti con cui arricchire il Napoli.
IL PIANO A - I progetti hanno anche scadenze d’esecuzione e il Napoli intende svelarsi decisamente, per chiudere la costruzione d’una squadra di assoluto rispetto. E allora, Goran Pandev è un fiore da sistemarsi all’occhiello e nel tridente, avendo però percezione della necessità d’un altro massiccio investimento. La Lazio ha idee chiarissime sulla cifra da incassare, il Napoli sa con certezza quel che vuole pagare: e tra il gioco al rialzo e quello al ribasso, restano distanze non incolmabili però comunquen rilevanti. Lotito reclama cifre congrue, Aurelio De Laurentiis se ne sta al sole di Capri, sa di aver già predisposto un organico niente male, resta fiduciosamente con il cellulare a portata di mano e medita l’assalto finale, andando a pizzicare le corde del patron laziale, al quale Pandev ha evitato lo stress dell’articolo 17. I quindici milioni di euro lasciati intravedere come richiesta dalla Roma biancoceleste, a Napoli diventano otto più Pazienza, oppure più Blasi, ma non Bogliacino, jolly ritenuto utile alla causa in vari contesti. Pandev è la prima scelta, è il tassello ideale per sposare esigenze d’organico e filosofia anagrafica. Pandev ha l’età giusta e può arrivare nel momento giusto.
CORRIERE DELLO SPORT
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