MILANO, 10 agosto 2006 - La mossa a sorpresa arriva dall’Inter. E adesso Zlatan Ibrahimovic è vicino, molto vicino alla squadra nerazzurra. Tra oggi e domani potrebbe esserci l’annuncio del suo acquisto, l’affare è praticamente fatto. Il Milan si chiama fuori dalla contesa, la Juventus ha quello che voleva. Insomma, è fatta.
LA SVOLTA - In tempi di calciomercato può capitare che un’agenda di appuntamenti venga all’improvviso stravolta. La settimana della Juve prevedeva martedì l’incontro con l’Inter, ieri quello con l’agente di Ibrahimovic e oggi o domani quello con il Milan. Ma la terza parte, probabilmente, non ci sarà; a Torino non hanno cancellato l’appunto sull’agenda, ma quella visita potrebbe essere solo «di cortesia», e nulla più. Tanto che ieri sera a San Siro, poco prima dell’inizio della gara, il management rossonero commentava: "Ma cosa ci andiamo a fare a Torino, a questo punto?". Cosa era successo nel frattempo? Semplice: l’Inter, con una telefonata, aveva alzato l’offerta del giorno prima. Trovando il gradimento della Juve.
MORATTI - Galvanizzata dallo scudetto sulle maglie e, forse, dalla mancanza di un avversario vero nella prossima stagione per riuscire a conquistarlo sul campo, l’Inter si sta muovendo con efficienza e disinvoltura. Su Ibra, ieri mattina Massimo Moratti aveva provato a dribblare, lanciando invece chiari segnali: "Per il momento, non è il caso" ha detto. Ancora: "Per il momento, non mi sento impegnato in nessun derby". E poi: "Per il momento, cominciamo a godere del piacere dell'arrivo di un calciatore che amiamo moltissimo, come Crespo. Poi vedremo". Quel triplo "per il momento" andava letto proprio in senso letterale. Perché un momento dopo partiva l’ordine a Branca e Oriali di chiudere con la Juve. La valutazione bianconera dell’attaccante svedese era di 30 milioni, martedì l’Inter era arrivata vicino ai 22; il rilancio definitivo è stato a quota 24-25, senza giocatori in contropartita. Oggi le due parti si devono risentire, ma solo per i dettagli.
IL MILAN - La Juve ha detto di sì, riservandosi però di parlare con il Milan per correttezza, come da accordi. Ma — come detto — i rossoneri a questo punto non intendono rilanciare e preferiscono concentrarsi su altri obiettivi. Di sicuro il turno preliminare di Champions ha fatto perdere tempo al Milan per chiudere la trattativa: è logico che, nella malaugurata ipotesi di un’eliminazione prematura, i rossoneri mai e poi mai avrebbero potuto fare un investimento del genere.
IBRA - Mino Raiola, manager di Zlatan, ieri pomeriggio ha parlato con i dirigenti della Juve e non ha accettato la proposta di rinnovo del contratto che il club bianconero, comunque, non gli ha nemmeno proposto con grande convinzione. Raiola ha ribadito che aspetta per oggi una risposta definitiva. Dovrebbe essere accontentato. Il suo accordo con l’Inter (leggermente migliore di quello già trovato, a parole, con il Milan) ha avuto ieri l’aggiustata definitiva e prevede cinque anni di contratto a circa 4,5 milioni di ingaggio netti all’anno, che in totale fanno 22 (alla Juve, ricordiamo, ne prendeva 1,7, quindi siamo quasi al triplo). Questa, tra l’altro, era la soluzione che Zlatan gradiva, anche prima che scoppiasse Calciopoli.
MARTINS - Come tempi, l’arrivo di Ibra non dovrebbe essere contestuale alla partenza di uno (o due?) degli attaccanti attualmente in rosa all’Inter. Il candidato a partire è Martins, ma questo non avverrà oggi o domani (quando invece dovrebbe essere annunciato Ibrahimovic). Ma è questione di pochi giorni. Le offerte dall’Inghilterra (Liverpool, Tottenham, Newcastle e Portsmouth) si pareggiano, quella del Valencia invece non sarebbe vicina alle richieste del giocatore. Dopo Ferragosto, a questo punto, si deciderà. Non è escluso che anche Recoba venga ceduto (stavolta in prestito) a un’altra squadra di A (se lui lo vorrà...), mentre l’assalto del Manchester United ad Adriano, quando mai arriverà, non avrà successo.
TONI - Nell’attacco dell’Inter doveva arrivare un ariete come Toni per affiancare Adriano. Sono invece arrivati sia Crespo (come centrale) che Ibra. Niente male. Però Toni resta un piccolo cruccio. E ieri mattina Moratti non ha mancato di ribadirlo: "Per Della Valle credo non sia stata molto difficile l'operazione di convincimento per farlo restare. Soprattutto per una ragione: per la difficoltà che personalmente avevo anche a mettermi in contatto con chi, fino a quel momento, ho sempre visto contro di me e basta. Con tutto il dispiacere per Toni, chiaramente avevamo scelto un'altra strada". No, Moratti: altre due strade...
diNicola Binda
Andrea Elefante
|