Napoli tra Cruz e Obinna
Le voci di dentro, le voci di fuori, le voci che stridono, che stordiscono, che distraggono: però, vox populi, vox dei, e allora Cruz oppure Obinna, un mondo (nero)azzurro per il Napoli che verrà, per un attacco da definire, per quel micro-universo che sta al di là della linea del pallone ma che sta al di qua della fantasia popolare. «Il Napoli e la Fiorentina sono due società italiane interessate a Julio Cruz. Confermo». La voce di Jorge Cyterszpiler non tradisce insicurezza ed è l’ultima eco d’un mercato a cielo aperto, d’un giugno pirotecnico tra il san Paolo e Fuorigrotta, tra Castelvolturno e le stelle: «Ne ho parlato con Marino, di recente...». Julio Ricardo Cruz, el jardinero, trentacinque anni ad ottobre, però un fisico da corazziere, il gigante buono da sistemare ovunque, nel bel mezzo d’un tridente oppure nel limbo tra campo e panchina, aspettando il momento giusto per buttarlo dentro e che tra un tuffo e l’altro, non nega, non tentenna, non smentisce, non nasconde: «E’ un club che ha una storia; è una società che negli ultimi due anni ha dimostrato di saperci fare; ha uno stadio che affascina e che ha ospitato Diego». Benevenuti a Napoli, l’altra faccia di Buenos Aires, il richiamo irresistibile per chiunque sia argentino fasciato dai cuoio; benvenuti in quest’estate rovente, già piena di De Sanctis e Campagnaro, di Zuniga e Cigarini e Quagliarella e ora arricchita da Julio Ricardo Cruz, improvvisamente ricomparso all’orizzonte e spedito a far parte d’un ipotetico tridente dall’ammissione di Cyterszpiler: «Sarò domani in Italia, vedremo».
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Antonio Giordano
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