L'Italia fermata sul pari dalla Svizzera
Non è stata la ripartenza veloce sperata da Lippi e neanche il solito scivolone da amichevole estiva. Ma con lo 0-0 in Svizzera, l'Italia del dopo Confederations ricomincia il suo cammino verso il mondiale sudafricano con una serata di buon calcio, niente gol e qualche positiva scoperta tra i suoi giovani. Se un pari a reti bianche è specchio fedele di partita senza infamia e senza lode, da quello di Basilea il commissario tecnico azzurro tornerà con la convinzione che la sua idea di 'rifare una squadrà è ripartita, seppure a passo lento. Quel che resta di positivo è la voglia di fare la partita, l'ordine e la freschezza dei giovani lanciati stasera, l'esordiente Marchisio un pò più del suo collega Criscito, oltre alle giocate di Rossi tanto brillante quanto poco spietato sotto porta. Qualcosa vorrà pur dire, se al 60' in campo erano rimasti solo tre reduci del Mondiale, in testa quel Cannavaro che ha coronato la sua serata da record (127 presenze) con una partita ordinata, senza sbavature. Non è neanche poco, visto il dazio pagato ogni volta alle gambe imballate di mezza estate.
QUESTIONE DI PERSONALITÀ - Manca ancora la personalità, quella su cui Lippi insiste per rendere l'Italia vincente. Ma mancavano anche i Gattuso, i De Rossi, e soprattutto il centravanti tanto cercato dal ct, in attesa di Amauri. Il test di Basilea comincia tra festa e dolore. La gioia è per le 127 di Cannavaro, applaudito dallo stadio, la tristezza nel minuto di silenzio per Jarque. Deve esser anche per una forma di rispetto che Svizzera e Italia onorano la partita. Di più, la nazionale azzurra pur indietro con la preparazione (il campionato elvetico è cominciato da 5 giornate) ha la voglia di gettarsi alle spalle l'indolenza sfoderata in Confederations.
PRIMO TEMPO - E le scelte, di uomini e di assetto, premiano Lippi. Il 4-4-2 con Gilardino e Rossi di punta è più equilibrato, l'Italia stavolta è compatta e le giuste distanze tra giocatori e reparti annullano il gap fisico. Gli azzurri non pagano pegno alla tradizione estiva. Marchisio a sinistra entra subito in partita, Camoranesi per la mezzora di gioco prima di uscire per una botta al piede ci mette corsa e tecnica, Pirlo-Palombo al centro smistano gioco, in avanti Gilardino e Rossi dialogano in velocità e con intesa. Ma dietro, per qualche ingenuità di Criscito e la legnosità di Chiellini, manca sicurezza. La Svizzera parte bene sulle fasce, poi è costretta dalla voglia azzurra di far gioco ad affidarsi solo al contropiede. Sei minuti, e Gilardino va subito al tiro, parato; lo imita Rossi all'8'. Appena il tempo di un'ingenuità di Criscito (troppo tentato dalle discese) per il primo pericolo corso da Buffon su angolo e testa di Senderos, ed ecco una grandinata di occasioni per l'Italia. Al 13' l'arbitro Kircher annulla il gol di Chiellini per un precedente fuorigioco di Gilardino, al colpo di testa. Passa un minuto e il centravanti lanciato in area scavalca col pallonetto portiere e traversa. Ne passa un altro e Marchisio lanciato solo in area Rossi spreca (ma il suo tiro è deviato in angolo e l'arbitro non vede). Ne passano altri due e Rossi si beve tutta la difesa svizzera in verticale, per aprire su Palombo che perde la battuta e sperpera dal limite. Il minuto 34' è invece quello della traversa colpita da Barnetta: Chiellini serve scioccamente un inerme Nkufo ai 30 metri, palla larga e retropassaggio per la battuta al volo del centrocampista che si stampa sull'incrocio. Ma riparte l'Italia. Marchisio si ritrova solo in area, ancora su assist di Rossi, stavolta non fa l'egoista ma il cross al centro per Gilardino è deviato in corner. Buffon si impegna su Inler, poi Zambrotta dai 30 metri (39') e Gilardino sotto porta su bel cross di Pepe subentrato a Camoranesi (45') mettono il marchio azzurro al primo tempo.
SECONDO TEMPO - Al rientro, è Santon prende il posto di Zambrotta e Iaquinta di Gilardino. Dopo 3' la punizione di Barnetta è alta. La Svizzera fa un'altra partita, tutta in velocità. Così al minueto numero 6 Barnetta grazia l'Italia solo in area, su cross rasoterra di Nkufo. Il match sta per sfuggire di mano all'Italia, è la capacità di sfruttare gli spazi di Iaquinta ad allontanare i timori: tre volte all'inserimento e tiro, dal 14' al 18', ma all'attaccante Juve manca solo la mira giusta. Nel frattempo c'è anche spazio per D'Agostino (per Pirlo) e Quagliarella (per Rossi). Tre cambi anche per i padroni di casa, ed è inevitabile che il match si sfilacci e diventi serata da giocate personali. Come la discesa di Inler fermata al limite da Chiellini, sulla punizione il nuovo entrato Yakin spreca alto. È il 32', resta il tempo per un bel cross di D'Agostino schiacciato fuori da Pepe, e soprattuto in chiusura per le due occasionissime: di Derdyiok al 43', con Buffon che salva il risultato, e di Quagliarella al 44', su bella discesa di Santon. Ma forse era serata di quelle in cui il gol non arriva neanche con ore infinite di gioco.
LIPPI: «CONFEDERATION LONTANA» - Lippi a fine partita ai microfoni Rai: «La Confederation è lontana, ora siamo ripartiti con un altro spirito e un altro entusiasmo. Abbiamo avuto un sacco di occasioni di gol nel primo tempo e alla fine, ma abbiamo rischiato anche di perdere e sarebbe statta una beffa. Questo inizio d'anno è comunque molto positivo. I giovani? Sono qua e giocheranno ancora. Non ho mai detto che abbiamo una possibilità su un miliardo di vincere di nuovo il Mondiale».
MARCHISIO: «DOVEVO SEGNARE» - «Esordire con un gol sarebbe stato perfettto. Però sono già contento così della possibilità data da Lippi e per la ricorrenza di Cannavaro. La squadra ha creato molto stasera, c'è mancato solo il gol. Spero di avere altre occasioni con la maglia azzurra. Possibilità Mondiali? Bisogna solo lavorare tanto».
corriere dello sport
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