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  17/08/2006 - DERBY PER RONALDO



MADRID (Spagna), 17 agosto 2006 - Sfoglia la margherita, Ronaldo. Per lui, comunque vada, quest’estate si chiuderà con un successo. Tornato protagonista di un tormentone di mercato a tre anni di distanza dalla litigiosa fuga dall'Inter, il brasiliano oggi si ritrova in una posizione ideale. E l'ottimo umore mostrato ieri all'allenamento lo dimostra. L'offerta del Milan non solo lo ha lusingato, ma ha fatto scattare alcuni meccanismi congeniti e risvegliato vecchi amori. Ronaldo può scegliere. Può restare al Real Madrid, può puntare i piedi per andare al Milan, può persino ipotizzare un ritorno all'Inter che sino a ieri pareva impensabile. Perché se Ronaldo vuole andar via il Real Madrid deve trovare un sostituto, e non uno qualsiasi.

LO SCAMBIO - "Ronaldo fa il doppio gioco" e, soprattutto, "Torna in scena Adriano" i titoli di Sport, quotidiano di Barcellona sempre attento alle questioni Real, degli ultimi due giorni. Il gradimento dell'Imperatore per la camiseta blanca è cosa nota da tempo. Massimo Moratti ha più volte ribadito che il futuro Adriano è all'Inter, ma uno scambio con Ronaldo potrebbe toccare le ragioni del cuore e convincere il proprietario nerazzurro a gettarsi in una trattativa dall'alto sapore sentimentale e non del tutto balzana dal punto di vista tecnico. E con l'altissima densità di punte registrata in queste ore ad Appiano Gentile (Ibrahimovic, Crespo, Cruz, Recoba e Martins, che ha un'offerta importante del Newcastle, ma aspetta qualcosa di meglio dalle grandi d'Inghilterra), Adriano potrebbe attraversare il cammino di Ronaldo anche per un'altra via: da qualche giorno si parla di un interessamento del Manchester United per l'attaccante dell'Inter. Voci che non hanno trovato conferma. Ma se dall'Inghilterra dovesse arrivare l'offerta che non si può rifiutare, anche per Moratti, allora il patron potrebbe pensare a Ronaldo come sostituto di Adriano. Secondo la stampa spagnola, però, in pole position per l'eventuale acquisto di Ronie resta sempre il Milan, che ha avviato le danze una settimana fa contattando sia il giocatore che la società, nonostante i rapporti tesi per l'affare Kakà. I rossoneri devono trovare una punta entro il 31 agosto e l'obiettivo principale resta il brasiliano del Real Madrid. Poi vengono gli altri: Fernando Torres, Iaquinta, Suazo. Ma sono dietro.

CALDERON MOLLA KAKA' - Sulla questione Kakà, dopo 42 giorni di battaglia, Ramon Calderon ha finalmente alzato bandiera bianca, dichiarando che "al momento Capello e Mijatovic hanno indicato altre priorità. Per quest'anno Kakà non si fa". Una frase che potrebbe aprire la strada della riconciliazione tra via Turati e il Paseo de la Castellana. Il Milan, del resto, sta lavorando proprio in questa direzione. Il problema del Real Madrid non è tanto la volontà o meno di cedere Ronaldo, quanto il tempo. Tiranno. Le priorità a cui faceva riferimento Calderon sono Mahamadou Diarra, centrocampista maliano del Lione, e un difensore centrale. Oltre alla cessione dei tanti giocatori in surplus. Ieri Diarra ha dichiarato a l'Equipe che vuole andare al Real, il presidente del Lione Aulas ha risposto rifiutando un'offerta da 20 milioni del Real Madrid. L'eventuale ricerca di un rimpiazzo per Ronaldo complicherebbe non poco il già difficile lavoro di Mijatovic e Baldini.

RONALDO E CAPELLO - E lui, il goleador maximo della storia dei Mondiali? Ieri ha avuto il secondo incontro con il suo nuovo allenatore, Fabio Capello. Mezz'ora, dopo il quarto d'ora del 6 agosto, data del primo match, chiuso con soddisfazione da ambo le parti, almeno stando ai resoconti spagnoli. Sull'andamento della chiacchierata di ieri, nessuna indiscrezione. Poi i due, accompagnati dal medico sociale Del Corral, sono apparsi sul prato del campo di allenamento. Ronaldo sorridente, Capello corrucciato. Niente di nuovo, si potrebbe pensare, questione di caratteri. Ronaldo è andato a correre con il preparatore San Martin, Capello si è seduto da solo in panchina. Poco dopo è stato raggiunto da Pedja Mijatovic: la questione doveva essere urgente perché il serbo sul prato di Valdebebas sinora è apparso giusto un paio di volte. Ronaldo, per la prima volta da quando è stato operato al ginocchio sinistro, ha corso sul prato. Una corposa serie di allunghi sull'asse della metà campo. Poi, con Capello che arbitrava, è tornato in panchina a godersi la partitella. Ha visto un Van Nistelrooy, suo primo (e unico) rivale, in gran spolvero. L'olandese ha segnato due belle reti e come al solito è stato l'ultimo a uscire dal campo, fermandosi entusiasta con Galbiati a fare esercizi di tecnica. Se gioca chi mostra l'attitudine migliore, Van Nistelrooy è titolare fisso. Per Ronie la doccia e via a casa, quando i compagni stavano ancora rientrando. Sempre sorridendo. L'unico urlo, scherzoso, appena uscito dall'edificio: era diretto al piccolo Ronald, che con la canottiera nera di Iversen e la sua cascata di riccioli giocava a fare Starsky camminando sul tetto dell'Audi fiammante di papà, sotto gli occhi accondiscendenti dello zio. Con Ronaldo già lontano in conferenza stampa è arrivato Emerson: "Sarei triste se Ronie andasse via, ma nel calcio queste cose ci stanno". Sembrava un necrologio, quello del Puma, ma forse era solo un'impressione.
Filippo Maria Ricci