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  24/08/2006 -



La vera campagna acquisti del Milan è cominciata nella notte di una qualificazione che prima era data per scontata, poi era svanita, poi ancora era rimasta appesa a un filo. Appena l’arbitro Larsen ha dichiarato chiusa la sfida di preliminari Champions con la Stella Rossa, Adriano Galliani e Ariedo Braida hanno tirato un sospiro di sollievo. E hanno preparato il piano di volo per il giorno dopo.
"Se non riusciremo a prendere nessuno pazienza tanto abbiamo Inzaghi, che è l’attaccante più forte d’Europa", ha detto Galliani. In realtà, con il direttore generale Braida stava tessendo da tempo i fili di una trattativa che a una parte dei tifosi non piace, ma che il Milan considera come la migliore possibile in questo mercato. Di Ronaldo si è cominciato a parlare a viso aperto partendo da Belgrado e si è continuato a Milano fino all’alba, con la squadra riunita a cena nel ristorante di Kaladze. Galliani e Braida sono partiti per Madrid con le idee chiare: Ronaldo al primo posto, Robinho subito dietro. Robinho, un nome a sorpresa, uno che tatticamente forse più di Ronaldo servirebbe a Ancelotti, ed è il tipo di giocatore per il quale probabilmente Capello non stravede. Ma Robinho è un idolo della tifoseria e il Real intende difendere il proprio patrimonio: come il Milan ha annunciato di non voler cedere Kakà, il Real terrà duro su Robinho.
La trattativa su Ronaldo è stata avviata su una base di dieci milioni, ma il Milan ne offrirebbe trenta per il doppio ingaggio (Ronaldo-Robinho). Forti del gradimento di Ronaldo, che ieri è stato a casa a Madrid in attesa di notizie e che non vorrebbe rimanere in Spagna, i dirigenti milanisti sono partiti da una cifra bassa, anche se la stampa spagnola riferiva di offerte vicine alla richieste madridiste: 22 milioni contro i 25 chiesti da Calderon.
Decidere di sedersi al tavolo delle trattative non è stato facile per nessuno: il Real aveva annunciato di voler trattare Ronaldo soltanto se fosse stato trattabile anche Kakà, e il Milan aveva dovuto fare i conti fino alla fine con le perplessità del presidente Berlusconi. E, poi, c’erano i problemi diplomatici del caso-Kakà, abilmente superati dal tessitore Ernesto Bronzetti.
Ronaldo vuole tornare a Milano, Ronaldo è legato all’Inter e a Moratti: è quello che continua a ripetere parte dell’entourage del giocatore, convinto che alla fine Ronie si infilerà la vecchia maglia. Un pensiero che sembra essere rimasto in testa anche al proprietario dei campioni d’Italia: mentre il Milan decideva la strategia e partiva per Madrid, Moratti restava nella sua casa al mare di Forte dei Marmi, ma in costante contatto telefonico con i suoi collaboratori e con lo stesso Ronaldo. In mattinata l’Inter aveva proposto al Real uno scambio di prestiti Ronaldo-Adriano, ma la trattativa si era fermata quasi subito anche per le incertezze degli stessi giocatori. La soluzione era stata pensata per evitare un problema di prezzi: quando, giorni fa, aveva preso forma l’idea del trasferimento di Adriano a Madrid, l’Inter aveva fissato una cifra altissima: sessanta milioni, una proposta che i castigliani non avevano neppure voluto prendere in considerazione. Ma cercare di aggirare la difficoltà attraverso la formula dei prestiti non ha avuto successo.
Comunque vada a finire la questione Ronaldo, la battaglia di mercato fra i club milanesi continuerà: il prossimo obiettivo comune è Gigi Buffon. I nerazzurri, che per il momento non vogliono disturbare la Juventus, aspettano che il Milan faccia la prima mossa per buttarsi nella trattativa. E sarebbe un altro derby elettrizzante.
Gazzetta.it