TORINO - Nonostante l'avvertimento, la Juventus non si ferma. Come promesso, stamani la Juventus ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro la sentenza della Corte federale su "calciopoli" che la vede come principale squadra imputata (retrocessione in serie B con penalizzazione di 17 punti, revoca degli ultimi due scudetti e tre giornate di squalifica del campo).
I rigorosi proclami della Figc, che aveva assicurato alla Fifa sanzioni per chi avesse violato la clausola compromissoria, non hanno evidentemente dissuaso la società bianconera, che ha dato seguito a quanto deliberato dal consiglio d'amministrazione di lunedì scorso, ricorrendo alla giustizia ordinaria dopo il fallimento del tentativo di conciliazione con la Figc di quattro giorni prima. La Juventus ritiene "ingiustificata la gravità delle sanzioni" e che vi sia stata "mancanza di equità di trattamento rispetto a tutti gli altri club concorrenti" da parte della giustizia sportiva. Il ricorso al Tar aveva spiegato il club non esclude però di "valutare nei tempi consentiti il ricorso alla Camera arbitrale del Coni".
L'avvocato Riccardo Montanaro che ha presentato il ricorso delinea il comportamento della società: "Abbiamo chiesto la sospensione di tutte le sanzioni sportive e, in specifico, della retrocessione in serie B". "Secondo quanto prevede la legge - ha aggiunto l'avvocato Montanaro - abbiamo prima notificato il ricorso, che è lungo una cinquantina di pagine, alle parti interessate, la Figc, l'Inter e il Messina. Poi ci sarà il deposito materiale al Tar del Lazio".
"Questa mattina abbiamo inviato il ricorso alle procure e entro domani verrà depositato al Tar che lo esaminerà e dovrà comunicarci una data. Data che potrebbe essere anticipata rispetto al 6 settembre, per il bene nostro e di tutti. - ha dichiarato il presidente della Juventus Giovanni Cobolli Gigli nella sede del club bianconero- C'è stata una disuguaglianza di trattamento, inoltre in serie B una situazione economica pesante comporterebbe una pena nettamente superiore a quella che un'altra qualsiasi squadra potrebbe sopportare. La sentenza non tiene conto della gravità dei risvolti economici che la penalizzazione infligge ad un club quotato in Borsa. Perciò abbandoniamo a malincuore il tavolo della giustizia sportiva."
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