La gara tra l'Italia e la nazionale dell'ex Jugoslavia dura solo 6 minuti
Una serata che doveva essere di solo calcio si trasforma in un episodio di violenza. Questa volta non sono i tifosi italiani ad essere protagonisti ma quelli provenienti dalla Serbia che scatenano l'inferno dentro lo stadio di Marassi e costringono l'arbitro ad annullare la gara che già aveva avuto inizio con 37 minuti di ritardo ma che, di fatto, è durata solo 6 minuti, ossia il lasso di tempo per cui quelli che non possiamo neanche chiamare tifosi hanno sospeso il lancio di fumogeni e bombe carta.
CRONISTORIA: Le cose si mettono male già prima dell’ingresso dei tifosi da Belgrado (pare che gli ultrà siano in larga parte tifosi della Stella Rossa): in tribuna arriva la notizia di 3 fermi e 15 feriti serbi negli scontri con la Polizia (hanno verniciato il muro di Palazzo Ducale). Allo stadio le cose vanno ancora peggio, precipitano. Circa 1.600 ultrà della Serbia, nel settore ospite, la solita "gabbia" del Ferraris, a dieci minuti dal fischio d'inizio della partita, valida per la qualificazione a Euro 2012, cominciano un lancio di fumogeni verso l'adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell'Italia. Il lancio prosegue verso il campo, nonostante l'intervento dei vigili del fuoco, ed è accompagnato anche dall'esplosione di una bomba carta. La polizia, in assetto antisommossa, si schiera a bordocampo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri. Intanto cominciano le scaramucce con i tifosi italiani in curva nord, provocati, che rispondono innaffiandogli con un’idrante. Gli agenti della Digos provano a convincere a scendere una decina di ultrà, che hanno sollevato la rete della "gabbia" e sono appollaiati sulla recinzione. Intanto le squadre entrano in campo. I giocatori sono ignari di tutto, si guardano intorno spaesati.
I tifosi ospiti non si placano, e allora provano a calmarli i loro giocatori. Intervengono Stankovic, Krasic e compagni, che chiedono loro di calmarsi, ma li applaudono anche. E ottengono una tregua che dura poco. Alla sospensione della gara i tifosi serbi posizionati nel settore 6 hanno abbandonato per la maggior parte il loro posto e sono usciti nella zona di filtraggio. Fuori dallo stadio ad attenderli c'erano un centinaio di tifosi italiani. Inevitabile il lancio da entrambe le parti di bottiglie e fumogeni. Alcuni tifosi serbi inoltre hanno scavalcato i tornelli cercando lo scontro fisico. Le forze dell'ordine in tenuta antisommossa hanno formato un cordone divisorio utilizzando anche i mezzi blindati. Durante la carica della polizia uno steward in servizio allo stadio è caduto ferendosi alle mani.
A questo punto è molto probabile che arrivi la vittoria a tavolino per l'Italia e forti sanzioni per la federazione serba i cui tifosi hanno creato scatenato la guerriglia fuori e dentro lo stadio. Questa sera lo sport ha davvero perso.

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