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  02/09/2006 - NAPOLI ABBRACCIA GLI AZZURRI



NAPOLI, 2 settembre 2006 - Roberto Donadoni è tutto tranne che scontato. Il 4-3-3 con cui affronterà questa sera la Lituania parrebbe fatto, dovendo sopperire ad assenze e forfait. Ma ha certezze fondate. Come Cassano, che indosserà la sacra maglia numero 10, e Inzaghi in attacco. Oppure come Pirlo e Gattuso a centrocampo. Nel primo appuntamento con la fase eliminatoria europea, la sua Nazionale dovrebbe schierare Buffon in porta, con Oddo (finalmente il cursore della Lazio ha trovato chi crede profondamente in lui), Cannavaro, Barzagli (prova del nove) e Grosso (in formissima) in difesa; appunto Gattuso, Pirlo e De Rossi a centrocampo, anche se il romanista dopo la notte tribolata fra Napoli e Roma rischia un po' il posto (ma c'è sempre la Francia), infine il tridente formato da Marchionni, Inzaghi e Cassano.

CONTINUITA' - Donadoni dice che sarebbe un pazzo se non tenesse conto di ciò che ha fatto Lippi. Un pezzo di continuità è garantita, dunque, anche se non si può non tenere conto del ricambio. Cassano è il futuro, Inzaghi il passato che non ne vuole sapere di mollare. Quello che la mette sempre dentro, ma che certo non è un punto di partenza. Ma contro la Lituania bisogna vincere, perché mercoledì a Parigi sarà dura e tre punti sono in prospettiva moneta pesante. Intanto Massimo Ambrosini è pronto per tornare a casa. Lascerà il ritiro dopo il pranzo al Grande Albergo Vesuvio. Il centrocampista del Milan, che si era fermato in settimana in allenamento per un problema all'adduttore destro, si è sottoposto questa mattina a ecografia. L'esame ha evidenziato un miglioramento, ma il rossonero non sarà disponibile nemmeno per la partita di Parigi. A disposizione di Donadoni restano così 25 giocatori.

IL 4-3-3 - La rifinitura di questa mattina non ha regalato nuove sensazioni; più che altro una lieve sgambaTa, leggero lavoro atletico e una serie di prove sui calci piazzati. Sarà 4-3-3, squadra a trazione anteriore, in cui sarà fondamentale il collegamento in ogni reparto, all'insegna della velocità. Insomma, lo spirito "sacchiano" è rimasto dentro l'anima di Donadoni. In questo senso il c. t. è stato chiaro: "Il 4-3-3 non è un modulo più spregiudicato degli altri. Dipende da chi lo interpreta. L'importante è che abbiano tanta voglia di correre". Su Cassano il c.t. ha fatto un passo avanti e uno indietro: Antonio è importante sì, ma come tutti gli altri. Ciò che conta è "che deve sentirsi importante. Sa cosa vuol dire vestire la maglia azzurra, si sta mostrando un ragazzo più maturo di quel che sembrava in passato. Quel che sarà in campo dipende solo da lui, non deve pensare di essere il giocatore che fa la differenza, ma sentirsi uno che entra in un gruppo che ha fatto cose straordinarie", ha ribadito Donadoni.

CITTA' CALDISSIMA - Clima tranquillo, ma assediato. Alle 13, quando la Nazionale è tornata dalla rifinitura, davanti all'hotel degli azzurri si è celebrato il consueto bagno di folla arricchito dalla fantasia partenopea. La conferma che questa sera il San Paolo attende miracoli pirotecnici. E questa euforia preoccupa un po' Donadoni: "Non è un caso se siamo venuti qua dove c'è tanta voglia di calcio e di Nazionale. Dobbiamo però trasformare la spinta della gente in emozioni ed energie positive: quel che conta sono i 90' sul campo". Il c.t. ha ragione: la prima contro la Croazia gli è un po' rimasta sul groppo.