Il Palermo passa all'Olimpico, Il Livorno batte la Fiorentina
LIVORNO- FIORENTINA 1-0
Forse Aldo Spinelli non conosceva la proverbiale lucidità dei pazzi. Ma c'è sempre la possibilità di aggiornarsi, ed è probabile che il presidente del Livorno si sia reso conto di averlo fatto oggi, guardando la sua squadra impegnata nel derby con la Fiorentina. "Una formazione allucinante, bisogna essere matti a tenere fuori 5 titolari. soprattutto Morrone e Danilevicius" aveva commentato prima della gara, leggendo la lista degli 11 amaranto. Ed essendo un noto mangia-allenatori, Spinelli non poteva sottrarsi alla domanda sul futuro del tecnico Arrigoni. Risposta: "Non lo esonero, ma non sbagli più".
LA GARA - Sta di fatto che sbagli tattici nel Livorno, nel primo tempo, se ne sono visti pochi. Soprattutto Bakayoko, il vice-Danilevicius, è stato una costante spina nel fianco della difesa viola. E anche Vigiani, pur non particolarmente brillante, ha contribuito a tenere più in avanti il baricentro della manovra amaranto. Il risultato sono state molte occasioni e una Fiorentina spesso in difficoltà, vicinissima ad andare sotto su testa di Lucarelli finita sul palo e davvero reattiva solo nel finale. In generale, i viola si sono affidati soprattutto alle sporadiche iniziative dell'asse Montolivo-Mutu-Toni, con Jorgensen e Donadel molto più in difficoltà.
Guarda caso, Arrigoni non cambia formazione nella ripresa, e anche quando metterà mano alle sostituzioni non avrà fretta di tornare indietro sulle due mosse incriminate. E i fatti gli danno ben presto ragione: angolo, Lucarelli trova lo stacco giusto e l'angolo alla sinistra di Frey. I viola tardano a rispondere, i livornesi controllano e ripartono. Poi Prandelli gioca le sue carte: Reginaldo, Liverani e Potenza, e la Fiorentina si fa più pericolosa, arrivando a esaltare più volte Amelia e a prendere una traversa con Mutu. Ma qualcosa nel gioco ancora non va: il centrocampo illumina poco, e gli inserimenti dei trequartisti sono centellinati.
Ma dall'altra parte Lucarelli & soci non stanno a guardare, seminando in contropiede scompiglio e nervosismo: prova ne sia l'espulsione di Pasqual. E alla fine Lucarelli la prende a ridere: "Il presidente ha detto 'roba da matti?' Per giocare nel Livorno bisogna forse avere qualche rotella fuori di posto, ma se i risultati sono questi ben venga".
LAZIO- PALERMO 1-2
Vola il Palermo e non ha proprio voglia di atterrare. Dopo la goleada al debutto con la Reggina, dopo la vittoriosa trasferta europea con il West Ham, i rosanero impongono la loro legge anche alla Lazio all’Olimpico. Questa volta ci pensa Di Michele a regalare il primo posto in classifica (in coabitazione con la Roma) grazie ad una stupenda doppietta nel primo tempo. Ma senza la superba prova del portiere Agliardi, sicuramente i laziali avrebbero conquistato almeno un punto. Il gol di Rocchi, giunto al 73’, ha regalato solo un po’ di speranza finale alla Lazio: gli uomini di Delio Rossi restano ancora a quota zero vittorie e soprattutto a -11 punti. Ma hanno poco da recriminare: tanta manovra, 12 tiri in porta (10 solo nel primo tempo), 5 occasioni clamorose da gol e 15 corner conquistati. In pratica solo il cinismo del Palermo e un super-Agliardi hanno costretto la Lazio alla resa.
Guidolin non si fida dello schema ad albero di Natale e rinforza il centrocampo con Guana e Capuano e con Di Michele e Amauri ad incrociare le linee. Delio Rossi lascia Makinwa in panca e ripropone Rocchi-Pandev in avanti. Gioco subito vivace, ma i rosanero puniscono subito le leggerezze difensive dei padroni di casa all’11’.
Dopo corner laziale, Simplicio recupera palla e lancia splendidamente Di Michele. L’attaccante si presenta da solo davanti a Peruzzi, lascia partire un delizioso pallonetto da fuori area e per il Palermo è festa. La Lazio manovra a lungo, domina nel possesso palla, ma cade nello stesso errore al 38’. Altro corner, laziali messi male in copertura e Di Michele può segnare la sua personale doppietta con un colpo identico: pallonetto da destra ed esaltazione del cinismo rosanero. La Lazio subisce il colpo e rischia di crollare due minuti dopo con Amauri e Di Michele liberi di fare quello che vogliono in area. Solo l’errore clamoroso di Simplicio evita il tracollo e sveglia Oddo e compagni. Gli ultimi cinque minuti sono un assalto alla porta palermitana, ma Agliardi è in vena di miracoli e per ben quattro volte dice no al gol biancoazzurro.
La ripresa non cambia. Gran possesso palla laziale, ma Palermo attento e pronto a sfruttare il contropiede. Capitan Oddo macina chilometri sulla fascia destra, ma gli attaccanti laziali hanno le polveri bagnate e Agliardi può evitare di fare ancora gli straordinari. La squadra di Guidolin controlla senza affanni e per due volte rischia di triplicare: sempre prendendo in velocità la difesa laziale e sempre con Di Michele scatenato. Solo che al 15’ il suo tiro termina alto e non beffa per l’ennesima volta Peruzzi. I ritmi rallentano, Makinwa ci prova di testa al 25’ con il portiere rosanero sempre pronto. La partita si riapre però al 28’: dalla destra Mauri trova Rocchi in area, l’attaccante brucia Barzagli e trafigge Agliardi sotto le gambe. E’ la benzina per l’assalto finale, per la rimonta inaspettata. Solo che Mauri al 37’ sbaglia il colpo sotto ed Agliardi al 48’ è ancora strepitoso nel chiudere su Stendardo. Finisce con la festa palermitana, che potrebbe continuare mercoledì sera nell’attesissimo derby alla Favorita con il Catania.
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