Mancini, tre gare per salvare la panchina
Un po’ di sconcerto e tanta delusione, certo, perché nessun nerazzurro avrebbe mai immaginato i due stop consecutivi dopo il trionfale esordio di Firenze. Però i toni restano bassi, il che significa che Massimo Moratti, nella sua infinita pazienza, non vede l’ora di lasciarsi riconquistare da Mancini e la sua banda. Ergo, si appresta a vivere i prossimi tre appuntamenti in otto giorni (Roma-Chievo-Bayern) con uno stato d’animo ottimista: è vero o non è vero che questa Inter è stata giudicata unanimemente una corazzata?
APPOGGIO Di conseguenza Roberto Mancini, che ieri si è complimentato con i suoi giocatori per l’ultima prestazione («Siamo solo stati sfortunati») può continuare a lavorare con l’appoggio della società, a dispetto delle prime voci diffusesi nell’etere: Eriksson, il clamoroso ritorno di Lippi, la nostalgia per Hector Cuper... Allo stato semplici illazioni. Chiaro, se il trittico che attende i nerazzurri dovesse andar male, il discorso intorno a Mancini si farebbe serio, come ammonisce il contatto estivo con Capello. Ma sarebbe sbagliato adesso definire critica la posizione dell’allenatore.
CRESCITA Basta leggere le parole pronunciate da Moratti nel dopo Samp per accorgersi che anche il patron, così come il tecnico, è rimasto stizzito anzitutto per certe decisioni arbitrali: il rigore su Stankovic non visto (entrata di Parola) e l’annullamento della rete di Adriano. Fischio coraggioso, alla luce della dinamica dell’azione: l’arbitro però era molto vicino. «I gol li avevamo segnati» dice Moratti con sorriso stiracchiato. «Ce ne sono stati annullati due, roba che accade una volta su 10». Una mini polemica, che lascia subito posto all’esame della situazione. Attaccanti all’asciutto? Niente drammi: «Penso si siano mossi bene: Crespo non è ancora al massimo, Adriano invece mi è sembrato molto cresciuto e potrà essere assai utile. Il compito degli attaccanti è quello di fare gol, l’augurio è che facciano ancora gol e che magari non ce li annullino».
TENSIONE Il primo tempo ha visto un’Inter al piccolo trotto: colpa della preparazione o di un eccesso di sicurezza? «I Mondiali senza dubbio non fanno bene e molti dei nostri sono arrivati sino in fondo. Però hanno avuto un mese di vacanza... E poi bisogna mantenere tutti la giusta tensione nervosa: ci sono ventidue giocatori dello stesso livello e credo che questo possa bastare per vincere». La sottolineatura della forza del gruppo appare un raffinato richiamo a Mancini, che negli spogliatoi si era lasciato andare ad uno sfogo contro un nemico oscuro: «L’Inter non è la più forte squadra del mondo, ma una buona squadra che può vincere, come perdere e pareggiare. Le etichette ce le danno per poterci poi attaccare in caso di passi falsi».
RISPOSTE Moratti, che alla vigilia del match aveva ricordato all’intero ambiente come «la pressione che inevitabilmente grava su di noi non deve diventare un problema», conclude il suo intervento... medico con l’ennesimo richiamo alla concretezza: «Di qui alla prossima gara ci sono tre giorni e spero che possano bastare per rispondere dignitosamente. Che poi per noi significa vincere le partite che dobbiamo vincere».
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