L'Inter vince ma soffre nel finale, la Roma dilaga a Parma
INTER-CHIEVO 4-3
Una squadra sola al comando. E' l'Inter. Come da copione. I nerazzurri battono il Chievo 4-3, con doppietta di Crespo, Samuel e Stankovic. Generosa, ma inutile la clamorosa rimonta dei veneti, che nell'ultimo quarto d'ora vanno a segno tre volte, con Pellissier, Tiribocchi e Brighi. Un successo da grande squadra, quello dell'Inter. Sciupato solo in parte dall'inopinata rimonta subita. Del resto è l'Inter, squadra umorale, pazza, capace di regalare emozioni e brividi anche in un pomeriggio in cui ha dominato per 75'. Ma il canovaccio del successo è di quelli da sottoscrivere per Mancini. Partenza forte, con gol, pausa per rifiatare senza rischiare nulla, rete che chiude la gara già a inizio ripresa. Poi la rete capolavoro di Stankovic e la doppietta di Valdanito, giusto per mettere il punto esclamativo. Una dimostrazione di maturità, una riprova riuscita dopo l'exploit di mercoledì a Roma. Continuità. E' questa la parola chiave del campionato nerazzurro. E la gara di San Siro rappresenta un importante passo avanti in questa direzione.
Anche se il finale è un'appendice da cancellare. Impressionante la puntualità in zona gol di Crespo, ormai terminale insostituibile della manovra nerazzurra, ma consolante, per Mancini, anche la facilità con cui Dacourt si sta calando nel ruolo di playmaker rimasto scoperto dopo l'infortunio di Cambiasso. Il Chievo invece quest'anno è irriconoscibile. Eliminato in Champions League, alle corde dopo lo 0-2 dell'andata con il Braga in coppa Uefa, tre sconfitte e un pari in campionato. Una Caporetto.
LA GARA - Mancini rilancia Solari per tamponare le assenze a centrocampo di Cambiasso e Vieira. Zanetti preferito a Maicon, Figo riproposto come vertice alto del centrocampo a rombo, in avanti Adriano in campo e Ibrahimovic in panchina per la prima volta in questo campionato. Pillon sceglie i muscoli di Sammarco rispetto alle geometrie di Giunti, in avanti in tandem Godeas-Pellissier.
Il primo tempo è di marca interista. I nerazzurri dominano nei primi 20'. Il primo guizzo è del vivace Solari, conclusione mancina di poco a lato. Poi l'occasionissima. Adriano, lanciato in profondità, prova il destro solo davanti a Squizzi, che respinge e poi si supera ergendo un muro contro il "tap in" di Crespo, arrivato "a rimorchio". Poi il gol. Inevitabile. Dacourt lancia in verticale, Crespo se ne va sul filo del fuorigioco e da posizione defilata incrocia il sinistro vincente. Squizzi stavolta è poco reattivo, ma è comunque un gol spettacolare. L'Inter insiste. Figo scocca un bolide dal limite, Squizzi alza sopra la traversa con un balzo felino. Dopo l'inizio in apnea, il Chievo comincia a respirare. Cresce sfruttando la velocità di Luciano e il movimento del generoso Godeas. Ma di pericoli per Julio Cesar neanche l'ombra. A regalare brividi allora ci pensa Adriano. In chiaroscuro, che cerca troppo spesso la soluzione più difficile, quasi a voler dimostrare al mondo cosa sa fare, di meritare più considerazione.
Ma quando il numero gli riesce sono applausi scroscianti. Come quando si inventa una discesa palla al piede: partendo dalla destra semina tre avversari e poi spara il sinistro su Squizzi, bravo a bloccare la conclusione potente.
All'inizio del secondo tempo l'Inter chiude la partita. Con Samuel, che di testa, la specialità della casa, deposita a porta vuota dopo un'uscita imperfetta di Squizzi su angolo da sinistra.
Poi l'Inter dilaga. Con un gol da cineteca di Stankovic prima e la seconda griffe di Crespo poi, che segna un gol allo specchio di quello precedente: stavolta defilato sulla destra di destro, rispetto al primo realizzato da sinistra di sinistro. Il diagonale è mortifero allo stesso modo. Il Chievo accorcia le distanze su rigore generosamente concesso da Giannoccaro per fallo di Julio Cesar su Pellissier. Dal dischetto segna proprio Pellissier.
Poi L'Inter mostra la sua faccia peggiore, quella distratta delle giornate di luna storta. E il Chievo prende coraggio e si fa sotto: segnano prima Tiribocchi con un bel destro da fuori area, e poi Brighi, che corona un inserimento centrale grazie ad uno svarione di Cordoba. Finisce 4-3. L'Inter è riuscita a complicarsi la vita anche in un pomeriggio tranquillo, ma ha vinto strameritamente.
PARMA- ROMA 0-4
La Roma rompe gli argini al Tardini e affonda il Parma con un 4-0 rotondo che rispecchia i veri valori in campo. E' il giorno di Vincenzo Montella che irrompe sulla scena con un gol capolavoro. Rete che taglia le gambe ai gialloblù, battuti poi da Perrotta, Rosi e Aquilani
RIVOLUZIONE SPALLETTI - E' una Roma senza esterni quella che si presenta al Tardini. Spalletti, orfano per un mese di Mancini, non ce la fa a recuperare Taddei. Ma il tecnico, a dispetto di chi accusa la società giallorossa di essere deficitaria in panchina, spedisce a bordo campo Panucci, Chivu e Pizarro, lanciando nella mischia Ferrari, Rosi e Aquilani. Ma la vera sorpresa è Montella, schierato al fianco di Totti; un dèja-vu scudettato e spettacolare, che non tarda a dare i suoi frutti contro un piccolo Parma che oppone ai romani un 4-5-1, con Budan punta solitaria.
L'AEROPLANINO SPIEGA LE ALI - Passano infatti cinque minuti e Ferrari trova un varco per Montella. L'aeroplanino si esalta, stoppa e di esterno sinistro batte De Lucia. Splendido sigillo dell'attaccante che mette nel suo archivio personale il gol numero 135 in serie A. La reazione del Parma è inadeguata. Pioli confida sui suoi uomini di fascia; invita Coly e Pisanu a dare sostanza all'attacco, ma l'azione offensiva dei padroni di casa si esaurisce ai diciotto metri, dove la Roma con i quattro difensori in linea e un centrocampo praticamente a cinque, fa muro. Senza profondità, senza mai accompagnare l'azione, gli emiliani subiscono il contropiede della Roma che in pieno recupero raddoppia con un gol di Perrotta, abile ad attendere lo sproveduto De Lucia e batterlo con un beffardo tunnel.
SOLTANTO ROMA - Pioli trenta il tutto per tutto, proponendo nella ripresa un Parma più spregiudicato, con Cigarini al posto di Castellini e Paponi per Dessena. Giovani speranze, ma aggiustamenti inutili quando di fronte si ha a che fare con vecchi marpioni come i giallorossi. Che dilagano al 9'. Nel gol di Rosi c'è tutta l'inesperienza degli emiliani che lasciano cinque romanisti liberi in area. De Lucia nel tentativo di fermare Perrotta apre una voragine e il giovane Rosi, sfruttando una rovesciata di Montella, infila a porta vuota. La Roma, pensando al Valencia, rallenta e sostituisce prima Tonetto con Panucci, poi Perrotta con Pizarro, anche se la standing ovation è tutta per Montella che lascia a Faty. Al piccolo trotto arriva anche il gol di Aquilani: diagonale perfetto. La firma su una vittoria che non fa una piega e dilata la crisi di risultati del Parma.
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