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  22/10/2006 - UDINESE-INTER 0-0, ROMA-CHIEVO 1-1


Inter e Roma bloccate sul pareggio

UDINESE- INTER 0-0

Doveva essere la partita di un'Udinese spregiudicata, intenzionata a mettere alle corde l'Inter con 4 punte. E' stato il contrario, con un bell'attacco dell'Inter che creando apprensione ha placato le velleità dell'avversario, mettendone invece in luce le qualità difensive: ma lo spettacolo c'è stato, nonostante lo 0-0.
L'Udinese parte alla sua maniera sull'asse Di Natale-Iaquinta, al quale basta l'apporto di velocità di un vivace Zenoni, e che quindi può far fronte alla giornata non esaltante delle seconde punte Barreto e Montiel. Sono i due azzurri a creare affanno nella difesa dell'Inter nei pirmi 10-15 minuti. Poi però la squadra di Roberto Mancini inizia a carburare: Dacourt, Stankovic e Figo prendono a imbastire gioco e arrivano le occasioni, come il tiro ravvicinato di Zanetti su cui De Sanctis deve superarsi.
E a far pendere, pur leggermente, l'esito ai punti del primo tempo a favore dei nerazzurri sono alla lunga gli attaccanti: Crespo dà a Mancini i segnali di recupero della condizione che il tecnico si aspettava, e Ibrahimovic, non pervenuto nella prima mezz'ora, inizia a fare il suo lavoro di terminale della manovra e a procurarsi qualche occasione.
La ripresa si apre con lo stesso copione, con l'Inter che attacca di più grazie a un Figo che ne prende le redini, e l'Udinese che si difende (grandi Zapata e De Sanctis) e ci prova in contropiede sotto la guida del solito Di Natale. Ibrahimovic ha un paio di opportunità, altrettante se ne costruisce Figo e Galeone si copre ulteriormente togliendo Barreto per l'interditore De Martino.
A Mancini non resta che la carta Recoba per gli ultimi minuti al posto di uno stanco Ibra, ma anche l'occasione della punizione dell'ultimo minuto di recupero, da una posizione gradita al Chino, sfuma contro la barriera. A simboleggiare l'andamento dell'intera partita, in cui la squadra di Galeone ha dimostrato di saper fare barriera, condizione necessaria per andare lontano; e in cui l'Inter ha messo in mostra un attacco comunque vivace, in grado di fare bottini robusti. Ma con altre difese.

ROMA-CHIEVO 1-1

Roma e Chievo pareggiano 1-1, ma questa partita ha un chiaro vincitore: l'ex Gigi Del Neri. L'allenatore friulano, tornato da lunedì a sedersi sulla panchina del Chievo, ottiene due ottimi risultati in un colpo solo: con una sola gara pareggia già i risultati del suo predecessore (per Pillon un punto in 6 gare) e poi si vendica sportivamente della Roma, una piazza che non l'ha mai amato, fino al prematuro divorzio. Il Chievo è stato aiutato anche da un pizzico di fortuna e dalle parate di Sicignano (preferito in extremis da Del Neri a Squizzi), ma non ha rubato nulla, umile e coperto, ma anche geometrico e quasi mai in confusione. La Roma paga la forma precaria degli attaccanti, oggi l'uomo più pericoloso è stato Panucci, anche se Totti ha trovato il gol, e dà l'impressione di dover essere al meglio fisicamente per poter eseguire al meglio il suo gioco spettacolare, fatto di triangolazioni e tocchi di prima. Oggi c'erano diversi giocatori non al meglio della condizione, e allora tutto si complica, anche perchè manca il centravanti boa che posso sfruttare anche qualche lancio lungo messo a centroarea. La Roma, dopo 6 vittorie e 4 sconfitte in questo avvio di stagione, trova il primo pari. L'ha ottenuto in rimonta, dopo lo svantaggio firmato Pellissier, ma non è una consolazione: quelli di oggi sono due punti persi, non uno guadagnato.

Ill primo tempo è equilibrato. Più di quanto ci si potesse aspettare. Il Chievo non sembra la squadra malata che ha messo da parte un misero punticino in sei partite. La Roma non sembra la squadra autorevole capace di vincere in Champions ad Atene contro l'Olympiakos. Gli episodi non aiutano i giallorossi: non viene convalidato un gol a Totti per un fuorigioco sulla palla filtrante di Aquilani che se c'è è millimetrico. Poi Pellissier segna partendo in fuorigioco, pur difficile da rilevare, dimenticato da un colpevole Chivu. L'attaccante dribbla Doni e mette dentro l'1-0 che manda le squadre negli spogliatoi. Fino a quel momento un Chievo compatto, con un inedito centrocampo a 5 con Zanchetta a dettare il ritmo (Del Neri dopo i tre fallimenti con Porto, Roma e Palermo si è riscoperto meno dogmatico e più utilitaristico nei suoi moduli tattici) aveva tenuto testa ad una Roma poco incisiva in attacco, con Montella evanescente e Totti lontano parente, e spiace sottolinearlo, di quello preinfortunio. I giallorossi si erano fatti pericolosi grazie a qualche buona idea di Aquilani e ad un colpo di testa di Ferrari, salvato sulla linea di porta da Luciano, uno dei più vivaci tra i gialloblù. Il Chievo aveva con umiltà agito di rimessa, facendosi pericoloso con Pellissier, bravo ad eludere il fuorigioco, meno a farsi ipnotizzare da Doni, tempestivo nell'uscita.

La Roma inizia la ripresa all'arrembaggio. Ma con troppa foga, pagando con l'imprecisione in fase di rifinitura. Il Chievo adesso è in affanno, ma Sicignano è bravissimo a respingere un colpo di testa imperioso di Panucci sull'angolo da destra di Taddei. Panucci ci riprova ancora di testa, stavolta la palla finisce fuori di un nonnulla. Spalletti prova a uscire dell'empasse. Dentro Pizarro, rientrato dal Cile da poche ore, per Aquilani, e soprattutto Vucinic per Taddei. Per il serbo è l'esordio in campionato, Totti scala a trequartista. E paradossalmente allontanandosi dalla porta trova subito il gol. In mischia (c'è l'ombra di un offside, anche se forse non del numero dieci), con un tocco preciso sottomisura ribadendo in rete una conclusione deviata di Pizarro. E' il primo gol in campionato del capitano giallorosso. La Roma insiste. Adesso convinta e convincente. Sfiorano il gol in rapida successione prima Chivu (bravo Sicignano), poi Perrotta, che colpisce un palo. Panucci al terzo tentativo trova il gol, ma è fuorigoco. Allora ci prova De Rossi con un sinistro dei suoi: Sicignano risponde con una prodezza. La Roma attacca fino al 95', ma il Chievo tiene e anzi Tiribocchi si mangia il 2-1 in contropiede. Del Neri può comunque esultare.