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  27/10/2006 - DOPO IL FALLIMENTO...


Il triste epilogo del Latina Calcio

Il 29 settembre 2006 sarà ricordato come il giorno più triste della storia del Latina Calcio: il Consiglio di Stato ha definitivamente sancito l’esclusione dell’A.S. Latina dal campionato di Serie D per la stagione agonistica 2006/07.

Termina così una lunga ed estenuante battaglia legale, iniziata allorquando il Comitato Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti (27 luglio) estrometteva il club nerazzurro dal massimo campionato dilettantistico, per non aver presentato tutte le liberatorie comprovanti il pagamento degli emolumenti ai tesserati della stagione precedente. Il sodalizio pontino si affidava, quindi, allo staff legale guidato dall’esperto Avv. Eduardo Chiacchio, per cercare di ribaltare una situazione alquanto disperata.

Infatti, la giustizia sportiva si dimostrava inflessibile: alla Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport presso il Coni, dapprima (18 agosto) nessun rappresentante della F.I.G.C. si presentava per il tentativo di conciliazione, mentre successivamente (8 settembre) il collegio arbitrale respingeva il ricorso del Latina. A questo punto i legali del club, con la consulenza del Prof. Filippo Lubrano, si rivolgevano alla giustizia amministrativa: ma anche in questo caso, il T.A.R. del Lazio (15 settembre) respingeva la domanda incidentale di sospensione del provvedimento di esclusione e, per ultimo, il Consiglio di Stato rigettava l’appello proposto dalla società pontina.

Un verdetto amaro, che rischia seriamente di cancellare oltre 70 anni di storia calcistica nerazzurra. Prossimamente la questione dovrà essere riesaminata nel “merito” in sede giurisdizionale (con eventuali benefici dalla prossima stagione), ma ci sono flebili speranze: in tutti i gradi di giudizio sono prevalse le ragioni formali su quelle sostanziali (sostenute dalla difesa), in particolare il mancato rispetto dei termini previsti per il pagamento delle spettanze ai propri giocatori sul teorema dell’equilibrio finanziario della società, della scarsa incidenza delle posizioni debitorie (poi peraltro saldate) e della presenza di vertenze in corso.

Le responsabilità di questa crisi sono da imputare al capriccioso patron Antonio Sciarretta ed alla sua scellerata gestione, caratterizzata da una serie infinita di errori pagati a caro prezzo, dapprima con la retrocessione di una squadra lasciata allo sbando e poi con l’esclusione dal campionato per le citate inadempienze: il presidente viene accusato di aver usato il club nerazzurro nella sua guerra personale al sindaco Vincenzo Zaccheo. A nulla è servito l’intervento dell’imprenditore capitolino Andrea Pecorelli (ex presidente del Viterbo), accordatosi per rilevare il 70% delle quote societarie: il team che aveva allestito si è inevitabilmente disgregato man mano che le magagne sono venute a galla.

Ma c’è da sottolineare anche lo sconcertante immobilismo delle istituzioni e degli imprenditori locali (su tutti, il contestato sindaco Zaccheo), che hanno fatto ben poco per salvaguardare un patrimonio, non soltanto sportivo, dell’intera provincia. Le manifestazioni di protesta dei supporter nerazzurri, volte a denunciare questa vergognosa situazione, non sono purtroppo bastate a sensibilizzare coloro che avevano il potere (e il dovere) di intervenire.

Ad oggi il futuro dell’A.S. Latina è ancora pieno di incognite, ma intanto si susseguono le voci su progetti più o meno ambiziosi che riporterebbero la città ad una degna ribalta calcistica, attraverso la fusione con altre società o l’acquisizione di un titolo sportivo. Si spera che, in ogni caso, il rilancio venga gestito da persone serie, motivate e competenti, spinte da una profonda passione come quella dei tifosi, esasperati da personaggi che antepongono i propri interessi a quelli della collettività, che promettono e non mantengono.

E se Atene (Latina) piange, Sparta (Frosinone) … ride: per uno strano scherzo del destino, mentre il popolo nerazzurro soffre come non mai, quello gialloblu sogna ad occhi aperti grazie all’abilità dei suoi condottieri.
Roberto (Sabaudia)