Il noto telecronista sportivo Ricky Buscaglia ha concesso un’intervista in esclusiva a Tuttocalciatori.net, analizzando le prestazioni delle squadre italiane impegnate in Europa, discutendo sul prossimo turno di Serie A; Senza mancare di affrontare l’argomento “salvezza” e l’imminente sessione di calcio-mercato.

Ricky Buscaglia

La prestazione dell’Udinese a Parma è apparsa meno convincente rispetto al recente passato, eppure l’Udinese ha realizzato un inizio di stagione eccezionale. Secondo te i friulani hanno la possibilità di restare nei piani alti fino alla fine della stagione?

“L’Udinese è fisiologicamente stanca. Ha cominciato la stagione presto per via dei premilinari di Champions League e basa il suo gioco su intensità e velocità: se cala fisicamente, ha pochi campioni in grado di risolvere la situazione con una singola giocata. La storia recente dice che chi ha fatto i preliminari di Champions senza una rosa attrezzata ha pagato addirittura con la retrocessione: la Samp lo scorso anno, il Chievo nel 2007. L’Udinese ha una rosa tale da evitare brutte sorprese. Detto questo, se Guidolin quest’anno centra il quarto-quinto posto merita una statua”.

Sabato la partita più affascinante è sicuramente Lazio – Juventus. I bianco-azzurri potranno contare sul ritorno di Klose , come vedi questa partita?

“Apertissima. Non è decisiva ma può aggiungere o togliere massicce dosi di autostima, per cui oltre al risultato conterà la prestazione. In questo momento la Juve ha qualcosa in più. E se passa anche all’Olimpico raccoglie il terzo scalpo eccellente dopo Milan e Inter dopo circa un terzo di torneo…”.

Un’altra sfida interessante è Atalanta – Napoli: il campo di Bergamo ha rappresentato sempre un duro banco di prova per gli azzurri. Inoltre la sfida assume interesse anche per la presenza di alcuni ex come Pierpaolo Marino e German Denis. Quanto sarà dura per gli azzurri?

“Il Napoli mi sembra molto concentrato sulla Champions League e contro il City ha speso tantissimo sotto il profilo fisico, nervoso, psicologico. Bisogna capire se il successo ha trasmesso così tanta adrenalina da non sentire la fatica. Perché per uscire con i tre punti da Bergamo contro questa Atalanta serve essere perfetti. Quanto a Denis, ha trovato finalmente una squadra che gioca per lui: non si sente sotto esame, la sua maglia da titolare non è in discussione. E’ sereno e si vede”.


Il turno di Champions è stato piuttosto positivo, con la storica vittoria del Napoli contro il Manchester City, il pareggio dell’Inter che ha però fruttato ugualmente il primo posto del girone, e la bella figura del Milan, che se l’è giocata alla pari con il Barcellona. Cosa pensi delle tre squadre italiane, e delle loro possibilità di qualificazione?

“Beh, a qualificarsi manca solo il Napoli che si è messo nella condizione di non dipendere da nessuno. Però al “Madrigal” è atteso dalla sfida più difficile, perché gli azzurri sono devastanti se riescono ad appoggiarsi sugli errori degli avversari per poi colpire in ripartenza. A Villarreal dovranno fare la gara e sarà una sudata, ma penso che le motivazioni alla fine dovrebbero fare la differenza. Poi di corsa in chiesa ad accendere un cero in vista del sorteggio degli ottavi. Speranze di vincere la Champions obiettivamente poche, ma con un tabellone amico Milan, Inter e speriamo Napoli possono regalarci ancora soddisfazioni”.

L’Europa League è molto importante per il ranking Uefa. La Lazio sarà impegnata il 1 Dicembre con il Vaslui e l’Udinese contro il Rennes. Ce la faranno le italiane a qualificarsi?

“La vera domanda è: ci credono seriamente Lazio e Udinese? O schiereranno ancora mezza formazione Primavera? Se giocano i titolari ce la fanno entrambe, ne sono convinto. Prima o poi le nostre squadre si accorgeranno che il quarto posto in campionato non salva più una stagione perché non qualifica per la Champions. E allora provare a vincere l’Europa League può diventare il vero obiettivo dell’anno, della Lazio soprattutto. A patto di provarci veramente! Il nostro snobbismo nei confronti di questa manifestazione proprio non lo capisco…”.

Il mercato di Gennaio si avvicina, in serie A chi dovrà investire di più?

“Verrebbe facile dire Inter. Invece penso il Novara. Tra le squadre che lottano per rimanere in A mi sembra la meno attrezzata al momento”.

Si parla di un possibile approdo di Tevez in Italia, lo vedi possibile?

“Mi fido molto di quello che dice Adriano Galliani, che non da oggi è il termometro del nostro calcio, specialmente economico. A certe cifre è impossibile trattare. Il picco di mercato estivo è stato Inler, costato circa 15 milioni. Se Tevez finisce in vetrina ai saldi è un affare praticabile e in Italia farebbe la differenza”.

La lotta per la salvezza è molto impegnativa, escludendo l’Inter, quali sono le squadre che secondo te dovranno lottare fino alla fine per salvarsi?

“Il mercato di gennaio può ridisegnae gli equilibri, ma credo che lotteranno fino alla fine le squadre che sanno già di essere attese da questo compito: Novara, Lecce, Cesena, Bologna, Chievo, Siena, Atalanta e Catania. Non mi convince del tutto il Cagliari, ma è pur vero che ne retrocedono tre…”.


Negli ultimi anni la Serie A perde appeal rispetto agli altri campionati. Quali sono le cause?

“Si può scrivere un’enciclpedia su questo argomento, quindi cerco di sintetizzare in tre punti: 1) circola meno denaro, quindi arrivano meno campioni; 2) fatichiamo a fare programmazione: ci sta provando la Roma ed è il progetto più affascinante che vedo in Serie A; 3) siamo un po’ fermi sulle idee squisitamente di campo: per vedere qualcosa di innovativo è dovuto arrivare Luis Enrique, ma ci sono opinionisti che sono convinti che Osvaldo giochi ala e Taddei e Perrotta terzini… Però guardo in casa d’altri e vedo: la Liga che sembra il campionato scozzese, con Barcellona e Real Madrid a recitare da Celtic e Rangers, impossibile vinca qualcun altro; la Ligue 1 dove comandano i dollari degli sceicchi e solo il PSG ha qualità; la Bundensliga dove ci sono gli impianti più belli d’Europa, ma il calcio espresso dalle formazioni dal sesto posto in giù non mi pare di livello, mentre da noi al sesto posto – giusto per fare un esempio – adesso c’è il Napoli. La Premier League ha un fascino particolare, ma quante possibilità ci sono che il Wigan batta il City? Da noi il Milan era sotto 3-0 dopo 45 minuti a Lecce. Sicuri che siamo da buttare?”.

Spesso si sente dire che in Italia si lavora troppo poco sul settore giovanile, quali sono i provvedimenti da prendere da parte delle società in tal senso e quali sono i giovani di miglior prospettiva?

“Giovani italiani di prospettiva, ne scelgo due con scarsa fantasia: El Sharaawi del Milan e Camporese della Fiorentina. Provvedimenti da prendere immediatamente: le formazioni Primavera trasformate in Squadre B come in Spagna e Germania, con le stesse regole, e fatte partire dalla Seconda divisione di Lega Pro. Base di ragazzini con qualche giocatore di categoria a fare da chioccia. Così i 18enni si abituano subito a giocare contro gli adulti e si abituano pure ai campi caldi. Quanto alle tecniche di allenamento, non mi permetto di insegnare calcio a nessuno. Mi limito a riportare un esercizio di cui sono entrato a conoscenza da poco: in Spagna, per educare i ragazzi a giocare a testa alta, non dividono i ragazzi in squadre per la partitella con le pettorine (o i “fratini” come dicono a Roma), ma solo con una fascia colorata da indossare in fronte. Così per dare palla al compagno devi guardarlo in faccia. Semplice e geniale”.

 

Nicola Mirone

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