La giornata di ieri rappresenta una pagina nerissima per quanto concerne la giustizia sportiva. Ma sarà finita qui?

Il procuratore federale Stefano Palazzi

Il procuratore federale Stefano Palazzi (foto dalla rete)

Sapete, una volta qualcuno si battè per “difendere” la giustizia in Italia, ovvero quell’organo che dovrebbe giudicare in base a prove, testimoni, nella massima trasparenza. Credeva nella giustizia, anche quella sportiva, ma gli ultimi avvenimenti hanno di certo minato la sua convinzione. La convinzione basata sulla legalità, che in alcuni casi esiste, di un paese che sta attraversando un momento difficilissimo sotto tutti i punti di vista. Ma, purtroppo, dovette ricredersi, in Italia non si cambia mai, si dà adito a delle voci, a delle persone che nella loro vita non hanno fatto altro che sbagliare. Un detto diceva “Sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico”.

Quello che è accaduto nella giornata di ieri assume i contorni di una vergognosa pagina del calcio, e non solo, degli ultimi 20 anni. Non bastava il caos creato nel 2006, sei anni dopo siamo di nuovo qui a raccontare di una giustizia che sta “condannando” una persona in base alle parole di un calciatore pentito. Si, stiamo parlando della storia riguardante Antonio Conte, incredibilmente messo sotto la lente d’ingrandimento per fatti che ancora oggi fatichiamo a comprendere. Su NovaraSiena e Albinoleffe-Siena ormai saprete tutto e di più, dunque vi evitiamo altre righe per spiegare la situazione.

Tornando alla giornata del 1 agosto, data che alcuni non potranno dimenticare in virtù della figuraccia fatta, la Commissione Disciplinare ha deciso che l’attuale tecnico della Juventus non può patteggiare. Infatti, la sua richiesta, non è stata considerata “congrua”, non si sa per quali motivi “umani”. La stessa Commissione ha anche detto no alla ricusazione presentata dagli avvocati della società bianconera.


Ricordiamo che il tanto famoso patteggiamento era racchiuso in 3 mesi di squalifica e un’ammenda di 200.000 euro, che successivamente sarebbero andati in beneficenza. Ma, niente di tutto questo. Ora è guerra, sportivamente parlando, tra Federazione e Juventus che, attraverso un comunicato, ha annunciato un silenzio stampa che sa tanto di un’arrabbiatura che difficilmente passerà nel giro di pochi giorni. Ora, che voi siate juventini, milanisti, interisti, romanisti, o di un’altra fede, vi chiediamo: è possibile che a Filippo Carobbio siano stati dati 4 mesi (oltre le pene inflitte precedentemente), grazie al patteggiamento accolto? La risposta la immaginiamo…

Intanto, da Bari arriva una voce: Angelo Iacobelli, ex infermiere ausiliario, intervistato a Sky avrebbe ammesso: “Quella partita doveva finire 2-2, non è andato in porto il risultato. Sento il nome di Salvatore Masiello, Bonucci, Belmonte, Pepe… ma quella gente non c’entra nulla perché se fosse vero io qualcosa l’avrei saputo. I soldi in quella partita se li è presi tutti il signor Andrea Masiello, regalandomi 1.000 euro e dicendomi che il giorno dopo quei soldi li ha dati in beneficienza. So che Bonucci è una bravissima persona, secondo me è stato tirato in ballo anche se innocente perché non era in buoni rapporti con Masiello”. Il riferimento è alla gara UdineseBari, terminata 3-3. Una gara che ha portato al deferimento di Bonucci (presunto illecito) e Pepe (omissione di denuncia). Che dite, Palazzi ne terrà conto?…

Matteo Brancati