Con l’eliminazione della Juventus dall’Europa League per mano del Benfica, l’Italia viene superata anche dal Portogallo. Non si scendeva così in basso da trent’anni.

il Benfica festeggia il passaggio alla Finale di Europa League  (foto www.bbc.co.uk)

il Benfica festeggia il passaggio alla Finale di Europa League (foto www.bbc.co.uk)

Ieri sera l’Italia del calcio ha ricevuto una doppia botta: all’eliminazione dell’unica nostra rappresentante dalle coppe europee, si somma il conseguente sorpasso del Portogallo nel famigerato ranking UEFA. Niente di eccessivamente grave, per carità: non perderemo altre squadre nelle prossime competizioni europee. Però il colpo all’immagine della Serie A e all’Italia è forte.

Era, infatti, dal 1984 che l’Italia non scendeva fino al quinto posto. Trenta anni fa. Un tempo in cui il calcio italiano ha vissuto trionfi in successione continua, con le vittorie in Coppa Campioni di Milan, Juventus ed Inter, ma anche quelle in Coppa UEFA di Napoli, Inter, Juventus e Parma, senza dimenticare la vecchia Coppa delle Coppe che vide protagoniste Sampdoria, Parma e Lazio.

Dalla prossima stagione, invece, l’UEFA non terrà più in conto l’ultimo trionfo nostrano, quello del 2010 in Champions League dell’Inter di Mourinho. Infatti, il ranking per i suoi conteggi tiene conto delle ultime cinque stagioni, così che quel 2010 verrà tagliato fuori a partire dal prossimo 1º Luglio. Quel giorno l’Italia partirà con 51.510 punti, a fronte dei 52.133 del Portogallo (che potrebbe ancora incrementare il vantaggio qualora il Benfica vincesse la finale di Europa League). Dietro ci sono Francia e Russia, che per l’immediato non rappresentano una minaccia seria. Davanti a tutti, invece, regnano Spagna, Inghilterra e Germania, lontanissime dal resto.


Come si diceva, l’Italia col passaggio dal 4º al 5º posto non perderà altri biglietti europei. Saranno sempre due posti alla fase a gironi della Champions, uno ai preliminari della massima competizione per club e tre in Europa League. La cosa serve più che altro a farci prendere ulteriormente atto della situazione. Una situazione negativa che, se non saranno prese le giuste misure, potrà solo peggiorare.

Non si tratta tanto di differenze di mezzi economici. L’Atlético Madrid finalista di Champions, ed il Siviglia finalista di Europa League sono club molto meno abbienti della maggioranza dei nostri. A queste mancanze, però, sopperiscono con la programmazione, la riduzione delle rose puntando molto sui settori giovanili, il contenimento del monte ingaggi, la ricerca di calciatori non di nome ma funzionali e di prospettiva. E con gli stadi di proprietà. I club italiani, iniziando dai più importanti, sembrano non recepire i messaggi che vengono dall’Europa. I risultati, però, sono lí che testimoniano un trend negativo che dura ormai da troppo tempo.

Mario Cipriano