Nel 1987 il bomber di Latina segnò la rete che consegnò il primo scudetto al Napoli! Ottimo in tutti i fondamentali, in carriera ha fronteggiato anche momenti negativi

Carnevale

Andrea Carnevale(foto mondi.it)

Nella storia del Napoli sono quattro i calciatori che hanno trionfato in campo, e da protagonisti, nei due campionati vinti (1986-87 e 1989-90). In questa ristretta cerchia abbiamo inserito esclusivamente i titolari, o comunque chi ha superato le 20 presenze stagionali, omettendo comprimari e panchinari più o meno illustri. Il poker di campioni è composto dall’immenso Diego Maradona, dal difensore Ciro Ferrara, dal mediano tutto muscoli Nando De Napoli e dal centravanti Andrea Carnevale.

E proprio la storia del centravanti laziale è particolarmente intrigante, ricca di gioie ma non solo. Un ragazzo talentuoso che conosceva benissimo il suo mestiere, quello del goleador, ma anche tormentato come uno dei personaggi usciti dalla penna di Oscar Wilde. I tifosi partenopei, comunque, non potranno mai dimenticare i suoi trascorsi con la maglia azzurra. Oltretutto fu lui, e nessun altro, a segnare il gol dei partenopei in quel leggendario Napoli-Fiorentina del 10 maggio 1987. La partita finì 1-1 (a segno Roberto Baggio per i viola) e quel pareggio consegnò matematicamente lo scudetto al Napoli.

Andrea Carnevale nacque a Monte San Biagio, vicino Latina, nella primavera del 1961. Tirò i primi calci a buon livello nelle formazioni locali, debuttando successivamente in serie C1 nel 1978 con la casacca del Latina. Dopo l’esordio assoluto in serie A con l’Avellino (11 maggio 1980, Avellino-Roma 0-1), il giovane Carnevale andò a “farsi le ossa”, come si amava dire tempo fa, in serie B. Nel 1983 si concretizzò il biennio con l’Udinese (dal 1984 al 1986) fu il passo definitivo per l’approdo al Napoli. All’ombra del Vesuvio Andrea Carnevale fu subito apprezzato dall’ambiente e dai compagni, inserendosi alla perfezione a fianco di Maradona, Bruno Giordano e, in un secondo tempo, del brasiliano Antonio Careca.

Coraggioso nei contrasti e abile nello smarcarsi, Carnevale segnava in tutte le salse: non solo di testa, dove sfruttava bene le sue lunghe leve, ma anche con conclusioni rapide e precise o d’opportunismo. Lo stesso anno del primo scudetto, Andrea col Napoli conquistò anche la Coppa Italia (vincendo tutte le partite della manifestazione), poi la Coppa Uefa del 1989. Il suo contributo nella trionfale campagna europea fu fondamentale: andò a segno col Bordeaux in Francia, con la Juventus nell’incredibile rimonta ai quarti di finale e nella semifinale d’andata col Bayern Monaco. Il rapporto con l’allenatore Ottavio Bianchi subì qualche incomprensione, mentre le cose migliorarono con Albertino Bigon. Carnevale riconquistò il posto da titolare giusto in tempo per vincere il secondo scudetto napoletano nel 1990, dopo un appassionante testa a testa col Milan.



Accettò la corte della Roma e passò al club capitolino dopo il mondiale in Italia. Ma, dopo un ottimo inizio, Carnevale piombò nel periodo più buio della sua vita agonistica: insieme al compagno di squadra Angelo Peruzzi fu squalificato per un anno con l’accusa di aver assunto sostanze proibite. Un boccone difficilissimo da digerire: prima si parlò di droga, poi la vicenda diventò addirittura grottesca. Pare che tale sostanza proibita fosse presente in una pastiglia dimagrante che era stata ingenuamente assunta dai due senza pensare alle successive conseguenze. Insomma una grossa ingenuità, che Carnevale pagò pesantemente… Un anno lontano dai campi, un vero e proprio inferno per un calciatore di serie A del suo livello. Quando rientrò riuscì soltanto a sprazzi a rendersi utile alla causa della Roma di Vujadin Boskov. Nel 1993 passò all’Udinese, dove un senso di pesantezza e lo scorrere del tempo cominciarono a ingigantire i suoi problemi in zona gol. Ritrovò un briciolo di credibilità al Pescara in serie B, dove in due campionati garantì punti e vittorie pesanti per la salvezza. Finì di giocare a 35 anni per poi lavorare come osservatore e talent scout…

Anche con la nazionale italiana Carnevale non riuscì a ripetere le gesta napoletane, e sempre per colpa sua. Alla vigilia dei mondiali del 1990 era lui la spalla ideale di Gianluca Vialli per l’attacco titolare. Entrambi pagarono, invece, l’improvvisa esplosione del capocannoniere Totò Schillaci: ma se il sampdoriano riuscì almeno a salvare il posto, Andrea ebbe la peggiore delle reazioni. Il 14 giugno 1990, con l’Italia in vantaggio 1-0 sugli Stati Uniti, Carnevale mandò a quel paese il Ct Vicini al momento della sostituzione con Schillaci (un cambio che aveva portato fortuna giusto cinque giorni prima, con l’Austria).

Il gesto, in diretta mondiale, fu visto da milioni di telespettatori e le conseguenze furono inevitabili per il ciociaro. Le scuse del giorno dopo, peraltro accettate dall’allenatore, non salvarono il centravanti, che restò in panchina per tutto il resto del torneo. Andrea Carnevale chiuse la sua avventura con l’Italia con appena 10 presenze e 2 gol, segnati rispettivamente con Ungheria e Bulgaria. In entrambi i casi parliamo incontri amichevoli e, dato curioso, le partite si chiusero col medesimo punteggio: 4-0.

 

Lucio Iaccarino