INTERVISTA ESCLUSIVA realizzata ad un esperto di pallone come l’ex ds di Siena e Bari.

Giorgio Perinetti (foto dalla rete)

Giorgio Perinetti (foto dalla rete)

Il calciomercato, i gioielli in giro per l’Europa e quelli presenti in Serie A, la crisi di talento del calcio italiano. Argomenti di prim’ordine e di grande interesse quelli che abbiamo affrontato con un grande intenditore di calcio come Giorgio Perinetti.

Perinetti, in questo periodo sono stati messi a segno i primi grandi botti di mercato. Qual’è, a suo avviso, la squadra che si sta muovendo meglio finora?

“Attualmente dico la Juventus, perchè i bianconeri si stanno rendendo protagonisti di un rinnovamento davvero importante. Nonostante la perdita di gente come Tevez e Pirlo, la Juve ha acquistato calciatori già pronti e funzionali (Mandzukic e Khedira ndr),  insieme a ragazzi dalle prospettive enormi, quali Dybala e Rugani. Detto questo, anche il mercato delle milanesi non è da sottovalutare, mentre aspettiamo ancora i veri colpi della Roma. E’ presto comunque per dare giudizi definitivi, siamo appena a fine giugno. Il resoconto del mercato si fa nei primi giorni di settembre”.

Ci dica ora quale gioiellino lei acquisterebbe dall’estero. Su chi scommetterebbe Giorgio Perinetti?

“Mi piace molto Joshua Kimmich,  centrocampista classe ’95 appena passato al Bayern Monaco per una cifra importante. Kimmich è un regista basso con grande visione di gioco e proprietà di palleggio: ha margini di miglioramento notevoli e lo consiglierei ad occhi chiusi ai club italiani se non fosse già del Bayern”.


Chi è invece il talento presente in Serie A con maggiori possibilità di disputare una carriera importante?

“Se devo fare un nome, faccio quello di Danilo Cataldi della Lazio. Ha disputato una seconda parte di stagione strepitosa ed ha appena vent’anni: sono sicuro che farà carriera. Bernardeschi, invece, è un ragazzo dal talento smisurato ma con un ruolo poco definito. Per esplodere definitivamente avrebbe bisogno di trovare una collocazione ben precisa e di raggiungere la continuità necessaria per maturare. L’età, comunque, è dalla sua parte”.

In Italia, comunque, la crisi di talenti è evidente ed i risultati delle Nazionali giovanili sembrano confermare il momento piuttosto allarmante del calcio nostrano.

“Il problema è che in Italia si predilige l’acquisto degli stranieri, in quanto arrivano con modalità di pagamento più vantaggiose. Ci sarebbe solo da credere un pò di più nel nostro calcio e nei ragazzi italiani, anche perchè a mio avviso non siamo così messi male. Per esempio, penso che la nostra Under 21 era più forte sia del Portogallo che di Svezia e Danimarca, ossia le due finaliste dell’Europeo di categoria”.

Ci sono quindi, secondo lei, dei ragazzi nelle serie minori che meriterebbero un’attenzione maggiore da società di categorie superiori ma che sono vittime della “moda dello straniero”?

“Si, assolutamente. Ce ne sono molti e, proprio per questo, rimane difficile anche fare dei nomi. Quello che manca in Italia è un centro di formazione per la crescita dei giovani, un progetto comune incentrato sulla valorizzazione dei nostri talenti, cosa che all’estero c’è eccome. E’ per questo che siamo indietro”.

Per chiudere, una domanda personale. Quale sarà il suo futuro?

“Questa è l’unica cosa che ad oggi non posso sapere (ride). Sto valutando alcune situazioni, ma ancora non c’è niente di definito”.

 

Giuseppe Marzetti