La storia di un attaccante che non si arrende mai 

SIMERI

SIMERI

 Simone Simeri e’ il capocannoniere del Potenza con 8 gol e domenica ha segnato la sua prima tripletta portandosi a casa il pallone e dedicandola alle vite spezzate a Parigi negli attentati terroristici. Ora sta vivendo una bellissima fase della sua ancora molto breve carriera. Ma per lui non è stato sempre facile. Da quando nell’estate di due anni fa ha subìto un grave infortunio che ne ha rallentato la crescita, si è dovuto rialzare e ripartire dalla serie D con la Puteolana Internapoli dove non riceveva stipendio. Poi l’esplosione al Rende. Scartato dalla Sambenedettese in estate, si è subito rilanciato in Lucania dove condivide il reparto d’ attacco con un certo Jeda. Ma è lui a essere decisivo per i rossoblù.

E’ stata una grande gioia per te, una domenica speciale.

“Certamente. Sono felice per la mia prima tripletta in carriera, oltre tutto perchè l’ho realizzata di fronte alla mia famiglia al completo che era a seguirmi in tribuna. E’ stato bellissimo, un momento fantastico”.

Ti aspettavi un inizio di stagione così?

“Sinceramente no. Lo speravo ma non ci avrei scommesso. Più che altro me lo auguravo”.

Hai degli obiettivi personali precisi?

“In questa stagione il mio obiettivo specifico era arrivare in doppia cifra già a dicembre. E diciamo che sono sulla buona strada e spero di fare ancora meglio. Penso di migliorare il mio primato di gol fatto l’anno scorso”.

Ti aspetti una chiamata dalla Lega Pro continuando così?

“Se non arrivasse a dicembre, non mi scoraggerei. A giugno, se continuerò a fare bene, penso di potermi aspettare qualche offerta interessante. Per il momento però c’è solo il Potenza nella mia testa”

Quest’estate sembrava dovessi disputare la stagione con la Samb. Poi il cambio societario ha portato la rivoluzione.

“Mi è dispiaciuto andare via così senza potermi giocare le mie carte. Hanno preferito cambiare tutto in blocco puntando su nomi noti senza valutare i giocatori che stavano disputando la preparazione. Peccato perchè San Benedetto è una piazza importante dove potevo fare il salto di qualità, era una grande occasione ma non è detto che nella vita non possa ricapitare. In futuro se bussassero alla porta non direi di no. Ora però penso solo al Potenza. Vogliamo fare un buon campionato, la gente ci sostiene e godo di grande fiducia da parte di tutti”

Qual’è l’obiettivo stagionale?

“Dobbiamo e possiamo puntare ai play-off. Potenza è una piazza blasonata che in Serie D non può accontentarsi solo di salvarsi. Siamo partiti male, è vero, ma possiamo recuperare, abbiamo le qualità per farlo. Se nel prossimo mercato arrivasse qualche rinforzo, diventeremmo ancora più competitivi”.

Cosa puoi dirci di Jeda. Non sta rendendo come ci si aspettava per ora.

“Al di là di questo è una persona che stimo perchè nonostante il suo curriculum, non lo fa pesare. Non dice mai una parola di troppo, è un giocatore umile e che sa fare spogliatoio. Si è messo a disposizione della squadra, rassicura e incoraggia i compagni. Mi da spesso dei consigli e ne faccio tesoro perchè da uno come lui posso imparare qualcosa”.

Hai vissuto una parentesi non facile nel recente passato. Come ti senti ora che ti sei rilanciato?

“Pensando a come stavo due anni fa, qui sto vivendo un angolo di paradiso. Dopo che nell’estate del 2013 mi ruppi il legamento crociato del ginocchio tornare a questi livelli non è stato semplice. Ci ho messo forza di volontà. Non trovavo squadra, nessuno credeva in me, solo la mia famiglia lo ha fatto e mi ha sostenuto anche economicamente quando non riuscivo a vivere di calcio. Quando sono ripartito dalla Puteolana grazie a degli amici pensavo soprattutto a seminare per poi raccogliere. Ora sono rinato e sono più forte di prima”.

In bocca al lupo Simone. 

“Crepi il lupo”.

 

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