Eusébio bandiera del Benfica e simbolo del Portogallo! Attaccante fulmineo e veloce come il vento, vinse il Pallone d’oro 1965.

Eusébio Ferreira da Silva

Eusébio(foto epicfootball)

Il fascino della Pantera Nera, uno degli animali più nobili della foresta, è reso celebre anche da racconti, fiabe e persino da tanti film del passato. La spietatezza nel colpire, l’abilità e la destrezza, il manto nero lucido come petrolio millesimato: un esemplare straordinario della grandezza della natura!
Anche il calcio ha avuto la sua Pantera Nera, con un autentico campione capace di essere un felino letale e mortifero nei campi di mezzo mondo. Parliamo del portoghese Ferreira da Silva Eusébio, che molti ricordano anche come Perla Nera o Il Pelé del Portogallo. Tanti soprannomi, ma a nostro giudizio il più attinente è proprio la Pantera Nera .
Eusebio era nato in Mozambico, precisamente a Lourenço Marques (una colonia a quei tempi) il 5 gennaio 1942 e scoprì le amarezze della vita prima ancora di cominciare a camminare. Si andava avanti arrangiandosi e spesso al di sotto della linea di povertà. A 17 anni Eusébio rischiò il tutto per tutto: decise di lasciare la madre (vedova da 12 anni) e la sua immensa moltitudine di fratelli e raggiunse il  Portogallo con l’obiettivo di sfondare nel calcio! Nello Sporting Club Lourenço Marques si era fatto amare per il suo tiro fulminante e per lo scatto bruciante. Giunto nella capitale, uomini di mercato e addetti ai lavori fiutarono l’affare e nacque un’aspra contesa per accaparrarsi le sue gesta. Del resto, chi conosce il calcio ha bisogno di poco tempo per annusare un fuoriclasse: ecco spiegata la lotta serrata fra Sporting e Benfica. Il dualismo fra i due club si inasprì a tal punto che Eusébio fu costretto a trovare rifugio in un piccolo paese dell’Algarve mentre i tecnici delle due squadre si disputavano ferocemente il suo futuro. Alla fine riescì ad avere la meglio il Benfica, che verrà ampiamente ripagato visto che la Pantera Nera prenderà il club in mano accompagnandolo fino alla leggenda.

Eusébio cominciò a segnare fin dalla prima partita e il suo immenso talento entrò nel cuore della gente in modo indelebile! Mise a segno l’eccezionale cifra di 317 gol in 301 partite in Portogallo. Segnaliamo una delle tante perle: il primo gol fu segnato a Parigi in amichevole contro la squadra brasiliana del Santos, nella quale militava Edson Arantes do Nascimento Pelé.
Dotato di un’accelerazione palla al piede mai vista prima, Eusébio era un centravanti potente e velocissimo: divenne famoso per i suoi dribbling felini e sfuggenti, perfezionati nelle partite giocate per strada durante l’infanzia.
Dopo un paio di ottime stagioni in patria, i primi passi verso la leggenda per Eusébio coincisero con la finale del 1962 di Coppa Campioni. Il due maggio sul terreno dello stadio Olimpico di Amsterdam il Benfica sfidava il nemico più temuto: il Real Madrid di Alfredo Di Stéfano e Ferenc Puskás.

Al 23°, il Real era già sul 2-0 grazie ad una doppietta di Puskas. Grazie a Domiciano Cávem e José Águas, i portoghesi si riportarono con rabbia e orgoglio sul 2-2 coronando una bellissima rimonta. La partita non dava tregua: prima dell’intervallo Puskás esplose un poderoso sinistro riportando in vantaggio i suoi: 3-2 al riposo. All’inizio della ripresa, Mário Coluna confezionò un nuovo pareggio: 3-3 e tutto da rifare. A questo punto ecco che appare sfolgorante la stella di Eusébio, con la vivacità e la foga dei suoi 20 anni. Al 65° penetrò tutto solo con impeto ed eleganza nella difesa spagnola. Fermato irregolarmente, ottenne un penalty che lui stesso trasformò. Dopo appena tre minuti deviò con astuzia in rete un calcio di punizione dello stesso Coluna. In svantaggio per 5-3, il Real abdicò definitivamente dicendo addio alla Coppa Campioni mentre Eusébio e il suo Benfica si meritarono il trionfo e la ribalta europea. La Pantera Nera divenne l’idolo più famoso e idolatrato di tutto il Portogallo.


Col tempo, Eusébio divenne sempre più incisivo e col suo carisma divenire la bandiera del Benfica fu quasi naturale: con le sue magie e i suoi gol regalò alla sala trofei dei lusitani un numero quasi incalcolabile di titoli. Servirebbe un ragioniere: vinse ben 11 campionati portoghesi (1961, 1963, 1964, 1965, 1967, 1968, 1969, 1971, 1972, 1973, 1975) e 5 Coppe nazionali (1962, 1964, 1969,1970, 1972). Nel 1963 e nel 1965 sfiorò un nuovo trionfo in Coppa Campioni, dove perse soltanto in finale. Le due sconfitte all’atto conclusivo arrivarono dalle due squadre milanesi: il Milan di José Altafini nel 1963 (2-1 per i rossoneri) e l’Inter di Giacinto Facchetti nel 1965 (1-0 con gol decisivo di Jair) .

La Pantera Nera più famosa di sempre non poteva di certo sottrarsi  dal disputare una Coppa del Mondo ad altissimi livelli. Eusébio impose la sua forza nell’edizione del 1966 disputata in Inghilterra.  Era consapevole che il suo Portogallo non figurava di certo fra le pretendenti alla vittoria; ma le sfide più difficili sono spesso le più affascinanti e intriganti. Il primo ostacolo per i lusitani, quello del girone eliminatorio, fu superato in scioltezza grazie alle vittorie  sull’Ungheria (3-1), sulla Bulgaria (3-0) e sui detentori del Brasile: 3-1 e verdeoro addirittura fuori dalla coppa. Eusébio timbrò il cartellino del gol con regolarità ma fu addirittura devastante  nell’incontro successivo. Il 23 luglio 1966 il Portogallo sfidava la Corea del Nord nei quarti di finale al Goodison Park di Liverpool. Benché messi in guardia (i coreani avevano in precedenza fatto fuori l’Italia fra lo stupore generale), i portoghesi affrontarono gli asiatici al piccolo trotto. Dopo 23 minuti il risultato era il seguente: Corea del Nord-Portogallo 3-0! Forse solo allora il mitico Eusébio si rese conto del pericolo e decise di entrare in partita. Al 28° ridusse lo svantaggio con forza realizzando il 3-1. Placcato da un terzino dopo una finta, ottenne e trasformò un calcio di rigore al 43° e il primo tempo si concluse 3-2. Nella ripresa Eusébio continuò imperterrito il suo  show personale andando in gol altre due volte: al 56° e al 61°, su un altro rigore (era stato sempre lui a procurarlo). Ricapitolando, Eusébio aveva ribaltato da solo una gara che sembrava già chiusa e che avrebbe scoraggiato chiunque. La sua quaterna resta ancora oggi ben impressa nella mente dei tifosi portoghesi come una delle imprese più belle ed emozionanti. La partita con i coreani si concluse 5-3 (in gol pure José Augusto nel finale) e il Portogallo si qualificò per le semifinali. Qui il sogno si infranse amaramente contro i padroni di casa dell’Inghilterra che si imposero 2-1 grazie a una doppietta di Bobby Charlton: inutile il solito gol nel finale della Pantera Nera.
Sconfitta a parte, Eusébio si consolò con lo storico terzo posto (2-1 all’URSS nella finalina) e con il prestigioso titolo di capocannoniere del torneo grazie a 9 gol in 6 partite. Ha reso grande il Benfica e ha reso grande il Portogallo (40 reti in 63 partite). Eusébio è senza dubbio uno dei migliori attaccanti di tutti i tempi: la Pantera Nera ha impresso il suo nome sia fra i vincitori del Pallone d’Oro (1965) che in quelli della Scarpa d’Oro (1968 e 1973).

Lucio Iaccarino