Blitz della Finanza nella mattinata di ieri, 4 ottobre presso la sede del Napoli. Le Fiamme Gialle, su mandato della Procura del capoluogo partenopeo, stanno acquisendo tutti i documenti relativi alle procedure di acquisto e cessione dei diritti sulle prestazioni sportive di alcuni calciatori, ai rapporti con gli agenti ed alle relative movimentazioni finanziarie.

Il 'pocho' Ezequiel Lavezzi (foto dalla rete)

Il 'pocho' Ezequiel Lavezzi (foto dalla rete)

Chissà cosa avranno pensato i funzionari burocratici del Napoli quando in sede si sono trovati davanti quattro finanzieri in borghese. Di certo non devono aver provato una bella sensazione. Abbiamo ancora negli occhi le immagini degli arresti dei calciatori coinvolti nel filone del calcioscommesse avvenuti quest’estate, l’arrivo delle macchine della polizia a Coverciano nel quartier generale della Nazionale, quando bisognava consegnare un avviso di garanzia a un calciatore che sarebbe stato titolare all’Europeo.

Abbiamo ancora ben stampato nella memoria che dirigenti sportivi distribuivano schede svizzere per non essere intercettati, rinchiudevano negli spogliatoi arbitri rei di aver fischiato a sfavore delle propria squadra, che si procuravano passaporti falsi per regolarizzare tesseramenti, che truccavano i bilanci per potersi iscrivere ai campionati, che facevano pedinare i propri dipendenti. Ecco perchè quando si sente  che la finanza è andata a ‘trovare’ qualcuno si pensa subito alla possibilità che sia stato commesso un grave illecito.


La S.S.Napoli onde evitare che i tifosi italiani potessero fraintendere ha diramato un comunicato: “La Guardia di Finanza ha compiuto un accesso presso gli uffici della Società per acquisire informazioni nell’ambito di un procedimento radicato nel 2007 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e di cui non sono noti i contenuti. Al riguardo si sottolinea che la Società ed i suoi rappresentanti e dirigenti non risultano indagati. La Società, seguendo una linea di continuità comportamentale adottata dal primo giorno della sua costituzione, è al fianco della magistratura in ogni attività volta all’accertamento della verità!.

Anche i magistrati della Procura di Napoli l’hanno definita ‘normale attività investigativa’. Indiscrezioni dicono che nella sede dei partenopei le forze dell’ordine abbiano chiesto una copia dei bilanci, dei contratti degli atleti tesserati, dei mandati ai procuratori e dei modelli depositati presso la Federazione a partire dal 2007. Nella sede della Federcalcio, invece, i finanzieri dovrebbero aver ottenuto copia della documentazione relativa alle procedure di acquisto e cessione dei diritti sulle prestazioni sportive dei calciatori partenopei, dei rapporti con gli agenti e delle relative movimentazioni finanziarie. Nessun reato è ipotizzato al momento e questo spiega la grande cautela dei magistrati. Il materiale su cui sembra concentrata l’attenzione degli inquirenti riguarderebbe la cessione del «Pocho» Lavezzi, venduto quest’estate al Psg per 30 milioni di euro, e di Cristian Chavez, arrivato a Napoli nel 2011 (solo due presenze per lui con la maglia azzurra) e ora in prestito all’Almirante, seconda serie argentina. Entrambi argentini, con un passato nel San Lorenzo e con lo stesso agente: Alejandro Mazzoni.

«La contrattualistica del Calcio Napoli sia per il rapporto sportivo che per la cessione dei diritti d’immagine dei calciatori – ha precisato il legale del Napoli Mattia Grassani è dall’inizio della presidenza di De Laurentiis sempre stata condotta in maniera rigorosa e nel pieno rispetto delle norme sportive e statuali vigenti e portando a termine tutti gli adempimenti fiscali e contributivi». Tra l’altro gli atti chiesti in copia dalla magistratura sono stati già verificati dalla Covisoc e dai consulenti esterni della Deloitte. «Acquisizioni di atti anche nella sede della Filmauro? Non posso confermare – ha concluso Grassani – ma mi sembrerebbe normale visto che la centrale amministrativa del Napoli non è a Castelvolturno ma nella sede della società romana del presidente De Laurentiis».

Lorenzo Attorresi