La storia del figlio del mitico “Spillo” messo alla porta dalla sua società e costretto a lavorare come portiere di notte.

Mattia Altobelli

Mattia Altobelli con la maglia del Rodengo (foto dalla rete)

C’era una volta Altobelli, ma non Alessandro, mitico “spillo” che i tifosi dell’Inter e della Nazionale ricordano bene in quando infilava palloni su palloni nelle porte delle squadre avversarie, ma Mattia, figlio di Alessandro che ha avuto una carriera decisamente minore rispetto al padre. Mattia Altobelli nasce a Brescia ad agosto del 1983 ed inizia a calciare i primi palloni nel settore giovanile dell’Inter nel lontano 2002 prima di approdare nel professionismo con lo Spezia.

Come il padre il suo ruolo è quello di attaccante ma con caratteristiche decisamente diverse: lui gioca più sulla fascia, più da ala. E’ la stagione successiva quella che lo pone all’attenzione dei media, quella disputata con la maglia della Spal dove incontra mister Allegri  il quale lo volle al Lecco con lui ma il tecnico litigò col presidente il giorno in cui Mattia firmò il contratto e le loro strade si separarono. Da lì tanta serie C con la miglior stagione dal punto di vista realizzativo, nel 2010-11, nelle file del Rodengo Saiano quando infilò sei palloni nella rete avversaria.

Arrivano poi due fallimenti sportivi con la Colognese e Montichiari prima della chiamata della Pro Desenzano, ambiziosa formazione di eccellenza che mira a ben figurare. Dopo un buon inizio condito da 8 presenze e 2 gol tra campionato e Coppa iniziano i problemi con i rimborsi che tardano ad arrivare e Mattia, che non vive alle spalle del ben più famoso padre, ed è a sua volta genitore di una bimba di 18 mesi, cerca di far sentire la propria voce (con altri compagni) alla società che, per tutta risposta, lo scorso 19 ottobre, lo taglia.


«Non ho fatto o detto niente di male – spiega -. Ho trent’anni e una famiglia, non posso essere lasciato a casa senza validi motivi. I miei compagni sono testimoni che il mio comportamento è sempre stato corretto, non ho fatto nulla di male. A questo punto spero che mi venga data la possibilità di liberarmi subito per trovare un’altra squadra. Quando la notizia ha iniziato a circolare mi hanno chiamato in tanti per chiedere la mia disponibilità a trasferirmi nelle loro squadre».

Nel frattempo Mattia Altobelli, che negli ultimi anni ha praticamente giocato gratis, non può stare con le mani in mano e da bomber si è trasformato in portiere di notte in un noto albergo della propria città. Ruolo che ricopre per sei volte al mese anche se lui vorrebbe aumentare la propria presenza. Da buon padre di famiglia ha già fatto sapere che non abbandonerà questo lavoro nemmeno se dovesse trovare un ingaggio a dicembre perché sa che il calcio, soprattutto nelle basse categorie, non dà certezza di introiti. In bocca al lupo.

Enrico Tassotti