Gary Lineker, uno dei più grandi attaccanti inglesi di sempre, completo e spietato. Numero 1 per correttezza e disciplina, fu capocannoniere in Messico nel 1986.
Sembra fantascienza, eppure sono esistiti anche calciatori e uomini come lui. Un personaggio unico che, oltre alla bravura, sapeva trasmettere ideali e valori che possono sorprenderci. Sempre sorridente e disponibile con la stampa, corretto e leale con qualsiasi avversario (in tutta la carriera non ha mai ricevuto un’espulsione o una squalifica), benvoluto dai compagni e idolatrato dai tifosi. L’identikit di Gary Lineker non dobbiamo certo scoprirlo noi, visto che è riconosciuto universalmente. Non a caso la regina d’Inghilterra lo ha persino nominato baronetto: un titolo che, aldilà delle vuote tradizioni classiche inglesi, ha reso per sempre Lineker un patrimonio insostituibile, a livello sportivo e non, di tutta la nazione…
L’attaccante di razza Gary Lineker aveva anche nei dati anagrafici la consapevolezza di essere destinato alla gloria: i genitori infatti gli diedero come secondo nome Winston in omaggio al leggendario politico Winston Churchill. Entrambi erano nati infatti il 30 novembre: Churchill nel 1874 e Lineker nel 1960. Gary era nato a Leicester e si era formato calcisticamente proprio nella squadra della sua città; astuto come una vecchia volpe, aveva un innato senso del gol e sapeva essere mortifero con entrambi i piedi. Ottimo nel gioco di testa, trovava spesso la via del gol ed era un supporto per i compagni di reparto nei momenti di difficoltà.
Questo cannoniere, di classico stampo inglese ma con quella concretezza che spesso troviamo negli attaccanti di italica memoria, si fece apprezzare maggiormente nel suo successivo club, l’Everton. La squadra di Liverpool aveva sborsato 800.000 sterline (quasi 2 miliardi delle vecchie lire) per ingaggiarlo; soldi spesi benissimo visto che Lineker segnò ben 30 gol nel 1985/86. Quantità e qualità miscelate alla perfezione; con questo bottino Gary vinse il suo secondo titolo di capocannoniere in Premier (in tutto saranno tre) e si guadagnò la stima di importantissimi club europei.
Il Barcellona, che all’epoca era allenato dall’inglese Terry Venables, lo corteggiò a lungo e Lineker firmò per i catalani nel 1986: costo dell’operazione circa 5 miliardi e mezzo di lire. Gary si inserì egregiamente nella nuova realtà e in un campionato diverso, imparando a conoscere lo spagnolo e sopportando senza reagire le botte e i colpi proibiti che gli rifilavano i difensori della Liga. A Barcellona Lineker rimase tre stagioni, segnando più di 50 gol (coppe comprese) e risultando decisivo nella vittoria della Coppa del Re del 1988 e della Coppa delle Coppe del 1989. In quest’ultima, con in panchina Johan Cruijff, sconfisse in finale la Sampdoria di Vialli e Mancini. Tuttavia, qualche incomprensione con l’allenatore olandese e un’epatite virale lo costrinsero a rientrare in patria nel 1989; finì al Tottenham per 2 miliardi e mezzo di lire. Ritrovò l’amato mister Venables e, soprattutto, trovò una perfetta intesa con l’astro emergente Paul Gascoigne. I due, nonostante un’evidente differenza di età e di carattere, trascinarono gli Spurs alla splendida vittoria della Coppa d’Inghilterra nel 1991.
CAPITOLO NAZIONALE: Gary Lineker e l’Inghilterra furono due sposi perfetti e tale matrimonio regalò soddisfazioni a tutti. C’è un aneddoto significativo, con protagonista la data del 17 giugno 1992. Stoccolma: l’Inghilterra perdeva malamente con la Svezia, chiudendo in modo molto deludente la sua avventura ai campionati europei. E proprio quel giorno Gary faceva la sua ultima apparizione in nazionale, prima dell’annunciato trasferimento in Giappone. Lineker poteva entrare nella storia del calcio inglese: con ben 48 reti realizzate era ad un solo gol dal record assoluto del leggendario Bobby Charlton. Ci teneva tantissimo, mal al 62° (Inghilterra e Svezia erano sull’1-1) fu sostituito a sorpresa dal c.t. Graham Taylor. Il tracollo che ne seguì vide l’Inghilterra eliminata e quasi umiliata, ma Lineker, nonostante la palese delusione, non disse neanche una parola contro il suo allenatore. Uscì di scena come sempre, da gran signore e con classe… Il suo score era impressionante: 80 apparizioni, 48 reti, il titolo di capocannoniere al mondiale messicano del 1986 (segnò pure contro l’Argentina nello storico incontro della “Mano di Dio” di Diego Armando Maradona), e un altro invidiabile record: è ancora oggi il miglior realizzatore inglese nelle fasi finali della Coppa del mondo con 10 gol.
Probabilmente, a questo straordinario cannoniere è mancata soltanto la grande consacrazione internazionale (un altro indizio in merito è il secondo posto nella classifica del Pallone d’Oro del 1986 dietro Belanov), ma sussistono comunque validi motivi per inserirlo nei grandi campioni del recente passato. Attualmente Gary Lineker cura molti interessi e svariate attività, alcune ovviamente ancora legate al mondo del calcio, come la conduzione di programmi TV sulla Premier League. Ama moltissimo l’Italia, anche se non ci ha mai giocato. Proprio il nostro paese, infatti, ha fatto da cornice al matrimonio con Danielle Bux, il 1° settembre del 2009 a Ravello, nella splendida costiera amalfitana. La sposa del grande Lineker? Una modella e una donna affascinante; scherzando possiamo affermare che per una volta il gol più bello è arrivato a fine carriera…
Lucio Iaccarino