Ottava puntata della rubrica “LO SVINCOLATO” dedicata ai calciatori in cerca di una sistemazione. 

Leonel Rinaldi

Leonel Rinaldi

Nei decenni passati tantissimi italiani sono emigrati alla volta dell’Argentina. Il fatto che il quartiere della Boca, dove ha sede il Boca Juniors, sia abitato quasi interamente da persone con origini italiane, serve a rendere l’idea di quanto sia stato importante quel flusso migratorio. Oggi parecchi calciatori fanno il percorso inverso: tra questi Leonel Rinaldi, centrocampista classe ’87, cresciuto calcisticamente nel San Lorenzo, club con cui ha esordito in Primera Division, l’equivalente della nostra Serie A. Rinaldi junior, figlio dell’ex calciatore Jorge “la Chancha” Rinaldi, è in cerca di una sistemazione nel Belpaese. TuttoCalciatori.Net lo ha intervistato in esclusiva.

Salve Leonel, si presenti ai nostri lettori: che tipo di calciatore è?

“Sono un classico “volante” argentino con tendenza alla fase offensiva. Ho giocato sia davanti alla difesa che sulla trequarti, sono ambidestro, ho piedi buoni e tanto spirito di sacrificio”.

Ci racconti la sua carriera: dove e come ha cominciato a giocare a calcio?

“Ho cominciato a giocare a calcio a 5 a sei anni, nella Chacabuco. A 13 anni, invece, ho cominciato a giocare in campo ad 11 col San Lorenzo.

Fino all’anno scorso ha militato nel San Lorenzo, che Le ha dato la possibilità di esordire in Primera Division. Poi cosa è successo?


Ho avuto quattro anni di contratto tra i professionisti col San Lorenzo, e nell’ultimo anno entrambe le parti abbiamo deciso di non rinnovare. Adesso vivo ad Avezzano, in Abruzzo, e cerco squadra in Italia tra i professionisti.

Attualmente si sta allenando con qualche squadra?

Attualmente mi alleno ad Avezzano, con la squadra locale che milita nel campionato di Promozione.

Nel nostro Paese giocano tanti calciatori argentini. Ne conosce qualcuno di persona?

Sì, conosco vari giocatori del Catania. In particolare Alejandro Gomez, cui sono legato da una grande amicizia. Conosco anche Barrientos, Pablo Alvarez, Mariano Izco e Gonzalo Bergessio, coi quali ho un buon rapporto.

Che differenze nota tra il calcio argentino e quello italiano?

Il calcio italiano è molto più tattico e ordinato. Inoltre i club possono contare su budget più alti che permettono di ingaggiare calciatori di alto livello.

Perché un club dovrebbe decidere di puntare su di Lei?

Prima di tutto sono un buon professionista e mi dedico al cento per cento al mio lavoro. Credo che questo sia fondamentale in qualsiasi ambito. Poi perché sono un buon calciatore. Ho giocato molto da trequartista, perché mi piace trattare bene la palla aggiungendo sacrificio in fase di non possesso.

Gianluca Pepe