L’ex attaccante gialloblu, ora alla Reggina, rilascia affermazioni dure nei confronti della sua ultima squadra.

David Di Michele in azione con la casacca gialloblu (foto della rete)

David Di Michele in azione con la casacca gialloblu (foto della rete)

Amore non corrisposto e mai sbocciato. La storia tra David Di Michele e il Chievo Verona è già giunta alla conclusione. Pochi giorni fa l’attaccante salentino si è trasferito alla Reggina, in serie B, una sua ex squadra che gli garantisce un finale di carriera positivo.

Arrivato a Verona dopo un’annata da protagonista in A col Lecce, David sembrava un tassello fondamentale per spronare un reparto abulico come quello clivense. Ma se con Di Carlo il suo utilizzo ed il suo rendimento erano in linea con le aspettative, dall’arrivo di Eugenio Corini qualcosa si è rotto. Da li in poi tanta panchina e scarsa fiducia del tecnico nei suoi confronti. Di Michele non ci sta e a 37 anni non vuole congedare il calcio italiano con un’esperienza così negativa. Eccolo allora li, impassibile, ad attendere la finestra del mercato di Gennaio per cambiare casacca e tornare nella sua Reggina che tanto lo amò in passato.


Pochi giorni fa, intervistato da TuttoMercatoWeb, la punta ha rilasciato alcune affermazioni molto interessanti sulle sue esperienze recenti. Eccone alcuni passaggi cruciali.Ma non doveva tornare a Lecce? A Lecce sono stato benissimo, volevo tornare. Ma dall’altra parte forse non c’era la stessa volontà: ero l’unico che voleva tornare, poi mi sono accordato con la Reggina in due ore. Quando trovi un presidente che ti prende in due ore vuol dire che crede nell’uomo e nel giocatore. Non ho potuto che dire subito di sì”. Per lei un ritorno al passato. “A Reggio ho vissuto due anni bellissimi, ci siamo tolti delle soddisfazioni tutti insieme: spero che questo mio ritorno dia una scossa ai più giovani, alla città e ai tifosi. Questo percorso può regalare soddisfazioni a tutti”.

Puntuale arriva anche la stoccata al Chievo Verona.

Al Chievo aveva cominciato bene, poi cosa è successo? “Ero partito bene, mi aveva voluto Di Carlo che credeva in me. Quando è cambiato l’allenatore sono cambiate anche le cose. Brutto dirlo, ma a novembre sapevo già che non ero considerato uno dei principali artefici della formazione. Quando un allenatore due mesi prima ti viene a dire «non so quante partite ti faccio fare da qui alla fine» vuol dire che la cosa nasce male. Comunque ci siamo lasciati bene”.

Chiosa finale riguardante i suoi obiettivi stagionali.

David Di Michele, che obiettivi ha per quest’anno? “L’importante è mettere a disposizione la mia esperienza, i miei consigli e la mia personalità. Dobbiamo credere di più in noi per creare un gruppo importante”.

Non possiamo che augurare un grosso in bocca al lupo a David Di Michele. Un giocatore del suo calibro merita sicuramente di togliersi grosse soddisfazioni fino all’ultima partita della sua gloriosa carriera. La sua permanenza al Chievo non è stata idilliaca, chissà che adesso, dopo essersi tolto qualche sassolino dalle scarpe nei confronti della sua ex squadra, “Re David” non torni a fare in cadetteria ciò che da sempre gli riesce egregiamente: segnare e divertire.

 

Nicola Ledri