Oggi parte il campionato di Serie D, ricco di grandi nomi. Pablo Garin ci racconta la Lavagnese e i suoi obiettivi.

Pablo Garin

Pablo Garin

Pablo Garin, centrocampista argentino classe 1983, è alla sua settima stagione in Italia. Lo scorso anno ha giocato il Lega Pro Prima Divisione con la Virtus Entella Chiavari, realizzando una rete in 17 presenze.
Quest’anno è ripartito dalla D, dalla Lavagnese. Noi di Tuttocalciatori lo abbiamo intervistato in esclusiva.

Come mai ha scelto di ripartire dalla Lavagnese, in D, dopo la Prima Divisione?
“Innanzitutto vi ringrazio per questa intervista. Ho deciso di ripartire dalla serie D per due motivi: il primo è che all’Entella ero in scadenza, si parlava molto della regola sull’età media e giustamente c’era poco spazio per i più grandi; il secondo è che la Lavagnese è una squadra che conosco benissimo, dalla serietà della società fino al mio amico Gabriele Venuti, il capitano. Queste sono le cose che mi hanno convinto a ripartire da qui oltre all’offerta economica che, sinceramente, mi è utile per i miei progetti personali in Argentina”.

Che squadra è la Lavagnese?
“Ho trovato un ambiente familiare. Conosco poco la categoria, ma penso che siamo una squadra tosta, con dei giocatori buoni e anche qualche ragazzo che, in prospettiva, può arrivare lontano. Come squadra sicuramente abbiamo l’obiettivo di arrivare tra le prime, anche se prevedo un campionato durissimo. Personalmente vorrei rilanciarmi per tornare in serie C, ma si vedrà: comunque ce la giocheremo fino in fondo”.


Quali pensa che siano le insidie della Serie D?
“La difficoltà della serie D, secondo me, sono proprio i giovani. Se sono bravi e si comportano da professionisti, sicuramente possono dare un grande contributo alla squadra; ma se non è così si fa dura. In questo contano molto l’aiuto dei giocatori più grandi e l’organizzazione della squadra in generale”.

Abbiamo preso carta e penna: due nomi da segnarci per il futuro?
“Segnatevi Cristian Bianchi e Giacomo Bellafronte: il primo è un centrocampista, il secondo un portiere molto interessante che ha margini di crescita e tanta voglia di emergere”.

Un’ultima curiosità: ha parlato di progetti in Argentina, di che si tratta?
“Un progetto familiare insieme a mio padre, sempre relativo al calcio. Conto di tornare a casa tra un paio d’anni”.

Emanuele Giulianelli