Totti usa le stesse parole che usava Rivera 40 anni fa e oltre, e il calcio italiano non cambia mai.

Corriere dello Sport d'annata foto dal web

Corriere dello Sport d’annata foto dal web

Il calcio italiano è sempre più avvelenato o non è mai stato trasparente? In ogni Campionato ci sono sempre state due classifiche: quella determinata dal campo e quella “decisa” dagli errori sul campo/moviola.

Passano gli anni ma gli errori arbitrali o i mancati aiuti in campo come spesso invocano gli arbitri a torto o a ragione continuano. Certo i tanti episodi discutibili in JuventusRoma hanno surriscaldato il calcio italiano che fatica ad uscire dal torpore di cui è attanagliato.

Ma qui i problemi del calcio italiano sono ancora più complessi, la crisi economica la fa da padrona, gli stadi faticano a riempirsi, lo si preferisce vedere alla Tv, ma è non quello che vuole il “sistema”?

Le parole di Totti nel dopo partita allo Juventus Stadium vengono riprese e paragonate dal Corriere dello Sport.it a quelle di Rivera nel lontano 1972 dopo una sconfitta del Milan a Cagliari. L’arbitro Michelotti assegnò un rigore molto discutibile al Cagliari sul risutato di 1-1 a 3′ dal termine che “Rombo di Tuono” Gigi Riva trasformò, partita che di riflessò lanciò la Juventus verso il titolo. Il Golden Boy in questa famosissima intervista parlò di scudetti rubati e di piani a favore della Juve. Totti figlio di Rivera? È un bel parallelismo?

I concetti sono similari. Sempre la Juventus, il potere, la federazione, gli scudetti impossibili, in quell’ intervista del Marzo 1972. Rivera come Totti oggi, ne era il capitano del Milan adoperò parole di fuoco: “Fino a quando a capo degli arbitri ci sarà il Signor Campanati, per noi del Milan le cose andranno sempre in questo modo: sapremo presi in giro, scudetti non ne vinceremo. Quello che abbiamo subito è una vera vergogna. Dispiace soprattutto per gli sportivi che pensano che il calcio sia una cosa seria”.


Il Milan in quel periodo non era molto fortunato con gli arbitri: 15 giorni prima di Cagliari i rossoneri a Torino con la Juventus si videro negare un evidente rigore dall’ arbitro Concetto Lo Bello che poi ammise l’errore alla Domenica Sportiva. Sempre in questa storica intervista il numero 10 milanista adoperava toni pesanti:Quella era stata una presa in giro a metà. La logica è che dovevamo perdere il campionato. Mi hanno rotto le palle, sono disposto ad andare alla magistratura ordinaria e anche alla Corte Costituzionale”. E sentite ancora qua, il Totti ante litteram: “Sono cose che tutti sanno, è dunque ora che si dicano. Sta scritto da qualche parte che il Milan non debba raggiungere la Juventus.

E’ il terzo scudetto che ci fregano, così non si può andare avanti. Se lo avessimo saputo non avremmo nemmeno partecipato al campionato. I casi sono due: o io mi sono inventato tutto e allora mi squalificano a vita, oppure riconoscono di avere sbagliato e bisogna cambiare, sostituire chi non è all’altezza”. La Federazione a quel tempo fece da “paciere”: ascoltò Gianni Rivera in audizione che spiegò che non pensava che gli arbitri fossero dei corrotti o a un complotto, ma bensì degli incapaci e che il designatore Giulio Campanati fosse inadeguato al compito. Il quotidiano romano in questione titolò, “SCANDALO” dopo le accuse di Rivera. Il Milan lo scudetto non lo vinse e impiegò 7 anni per vincerlo e fu lo scudetto della Stella.

Dopo oltre 40 anni la storia si ripete, ma non è ora di cambiare per bene; ora in campo ci va una terna arbitrale composta da 6 uomini ma gli errori aumentano le incomprensioni crescono in parallelo. Il “clima” nel calcio italiano è sempre lo stesso forse peggio visto come avvengono certe elezioni. Il CALCIO deve cambiare deve adeguarsi ai tempi.

 

Zaffaroni Fabio