Nanu era un attaccante piccolo e sgusciante, con un innato senso del gol ma anche altruista e generoso. Scudetti con Juve e Verona; a Padova la seconda giovinezza

Galderisi

Giuseppe Galderisi(foto itasportpress.it)

Era diventato da poco maggiorenne quando, il 4 febbraio del 1982, guadagnò con astuzia e bravura la ribalta del nostro campionato di calcio. A Torino, Juventus e Milan si contendevano una vittoria vitale per il prestigio e la classifica: era la quarta giornata di ritorno. La partita, avvincente e combattuta come quasi sempre, si concluse 3-2 in favore dei bianconeri: tutti e tre i gol della Vecchia Signora portavano la sua firma, Giuseppe Galderisi! Il giovane attaccante campano si era già trasformato in “Nanu”, un piccolo folletto capace di diventare imprendibile per qualsiasi difensore. Tecnico e malizioso negli ultimi venti metri, Galderisi con quella tripletta firmò un’impresa storica presentandosi come uno dei giovani più intraprendenti in circolazione. Arriveranno gioie e delusioni, ma proprio nelle difficoltà dimostrò un temperamento e una grinta da vero combattente. In tutti i sensi, un piccolo-grande bomber…

Giuseppe Galderisi nacque nel marzo del 1963 a Salerno ma si trasferì giovanissimo a Torino, segnando gol a grappoli nelle giovanili della Juventus. Centravanti eclettico, si inserì con umiltà nel club più titolato del nostro calcio; debuttò con Trapattoni nel 1980-81, e la stagione successiva giocò molte partite sfruttando le disavventure di Bettega. Galderisi contribuì alla conquista di due scudetti e della Coppa Italia 1982-83, poi l’arrivo di Paolo Rossi rappresentò il primo bivio della sua carriera agonistica. Nanu pensò bene di cambiare aria, visto che le sue caratteristiche tecniche erano molto simili a quelle dell’eroe del mondiale spagnolo del 1982.

Passò quindi al Verona nel 1983, diventando subito il centravanti titolare (7 reti il primo anno) di una squadra gagliarda e costruita con intelligenza dal tecnico Osvaldo Bagnoli. Gli scaligeri stavano componendo un mosaico fantastico, con gente del calibro di Elkjaer, Briegel, Fanna, Di Gennaro e Garella. Tutti calciatori tecnicamente pronti e soprattutto motivati per vincere qualcosa di impensabile a priori… Galderisi era il jolly offensivo per quel Verona; attaccante ma anche tornante e persino portatore d’acqua a centrocampo. Alla fine di ogni partita era stremato, però i sacrifici furono premiati da un risultato storico.


Nel 1984-85 il Verona vinse il suo primo storico scudetto, e Nanu Galderisi fu il capocannoniere della squadra con 11 gol. Il folletto di Salerno andò in rete sin dalla prima giornata (3-1 al Napoli) per poi confermarsi con regolarità nel corso della cavalcata dei veneti: ricordiamo il gol dell’ex il 14 ottobre 1984 (Verona-Juventus 2-0), la splendida doppietta a Firenze (1-3 il 17 marzo 1985) e il sigillo nell’indimenticabile  festa del Bentegodi (4-2 all’Avellino) dell’ultima giornata di campionato. Il Verona era già campione dalla settimana precedente, con l’1-1 di Bergamo.

Dopo quel trionfo, però, qualcosa non girò per il verso giusto: Galderisi si ritrovò in una sorta di limbo, invece di spiccare definitivamente il volo restò come ingolfato dal destino. Passò nel 1986 al Milan e successivamente alla Lazio, ma furono esperienze poco esaltanti: tornò persino al Verona nel 1988, ma il miracolo stavolta non riuscì. Piuttosto avvilente, ma anche sfortunata, fu in quel periodo la sua avventura con la nazionale azzurra. Ai mondiali messicani del 1986, quelli nei quali Enzo Bearzot doveva difendere il titolo, Galderisi era inizialmente considerato la punta titolare al fianco di Spillo Altobelli. Nanu fallì, come del resto tutta la squadra: l’Italia fu eliminata agli ottavi di finale, Galderisi rimase a secco di gol venendo sostituito in due partite su quattro. In totale, con gli azzurri 10 presenze e nessun gol.

Il declino sembrava irreversibile, ma un bomber come lui non voleva e non poteva mollare in questo modo. Galderisi scelse una piazza meno nobile, quella di Padova, per rinascere e ritornare grande. Coi bianco scudati segnò oltre 60 gol, conquistando la promozione in serie A (nel 1994-95 era anche lui in campo nello storico spareggio per la permanenza in A col Genoa) e scrivendo la storia del club. Divenne il leader e il faro della squadra; i tifosi ne apprezzavano la bravura e la sensibilità verso la loro città, i compagni l’umiltà e la modestia con cui si era messo a disposizione di tutti fin dall’inizio. I tifosi e la società del Padova, in un recente sondaggio, hanno proclamato Nanu Galderisi il miglior calciatore del secolo del club; un premio che evidentemente vale molto più di mille parole. Spese gli ultimi scampoli di carriera andando a giocare in America, per poi ritirarsi a 34 anni. Ora è commentatore televisivo  ma soprattutto allenatore professionista; Galderisi si è seduto su svariate panchine, viaggiando da Nord a Sud senza mai soffermarsi sulla categoria di appartenenza. Il suo sogno, neanche tanto nascosto, è quello di allenare un giorno il Verona o il Padova…

 

Lucio Iaccarino