Il vulcanico Anconetani regalò al suo Pisa questo giovane bomber, capocannoniere in Belgio con l’Anversa. Ma coi nerazzurri di gol ne arrivarono davvero pochi: zero in serie A!

Severeyns

Francis Severeyns(foto calciobidoni.it)

Entrò nel nostro campionato in punta di piedi e dopo appena un anno uscì dalla porta secondaria con la stessa umiltà. A differenza di molti altri stranieri “poco raccomandabili” giunti dalle nostre parti, questo mite ragazzone belga non era presuntuoso, spaccone o arrivista. Era ambizioso al punto giusto, e quando nei mitici anni ottanta il compianto presidente del Pisa Romeo Anconetani lo ingaggiò per affidargli le chiavi offensive della sua squadra lui accettò con grande senso di responsabilità.

Severeyns era un attaccante giovane e prolifico, non aveva un ingaggio faraonico ma confidava di aiutare i toscani con i suoi di gol per raggiungere la salvezza in serie A. Il responso del campo fu traumatico, terribile: in campionato non riuscì a segnare neppure una volta. Quel numero, zero, fu il suo triste compagno di viaggio: il presidente Anconetani, personaggio colorito e di rara umanità, provò in tutti i modi a spronarlo ma inutilmente. Spesso la notte era tormentato dagli incubi, con Severeyns che falliva facili occasioni da rete e col suo amato Pisa che rischiava la retrocessione in serie B. Purtroppo entrambe le situazioni si sarebbero materializzate dopo pochi mesi…

Francis Severeyns nacque nell’inverno del 1968 a Westmalle, nel cuore del Belgio: prima ma anche seconda punta, con l’Anversa si rivelò un attaccante infallibile nella stagione 1987-88 (capocannoniere con 24 gol). L’anno dopo fu quindi acquistato dal Pisa, con Anconetani per nulla scoraggiato dalla tenera età (appena 20 anni) del ragazzo. Il timido  Severeyns si ritrovò come allenatore Bruno Bolchi detto Maciste, tecnico di grande temperamento e saggio nel gestire qualsiasi tipo di situazioni. Del resto il Pisa versione 1988-89 era una semplice matricola che per raggiungere la salvezza doveva, vista la rosa non eccelsa, puntare tutto sulla grinta e sulla cattiveria agonistica.

I giocatori più significativi erano Faccenda, Cuoghi, il centrocampista Dolcetti, il portiere Grudina e gli attaccanti Piovanelli e Incocciati. Fallirono tutti, nessuno escluso: Severeyns, che debuttò subito con una sconfitta in casa col Bologna (0-2 il 9 ottobre 1988), non riuscì mai ad incidere rimase coinvolto nel grigiore generale. Totalizzò 26 presenze, difficile stabilire la miglior o la peggiore: tutte mediocri… Il Pisa, nonostante l’avvicendamento di tre allenatori (Bolchi, Giannini e Giorgis), si classificò penultimo con appena 23 punti e col peggior attacco in assoluto: appena 17 gol realizzati. E come già accennato, nessuna di queste reti portava la firma del povero Severeyns.

Da registrare, tuttavia, il sorprendente e inaspettato riscatto in Coppa Italia, sia per il belga che per il Pisa. Severeyns segnò una doppietta alla Fiorentina (4-2) di Roberto Baggio e un gran gol all’Avellino nella prima fase a gironi. Nel successivo turno di qualificazione, Severeyns sbloccò la gara contro la Roma di Liedholm: finì 3-1 per i toscani, che grazie anche a quel successo approdarono ai quarti di finale. Nella gara d’andata, Severeyns trovò ancora la via del gol a Verona (2-1 per gli scaligeri): al ritorno il Pisa vinse 1-0 con un guizzo di Incocciati e i nerazzurri, già con un piede in serie B, si qualificarono per la semifinale. Qui il Napoli di Maradona, che si impose sia in trasferta che al San Paolo, stoppò definitivamente il sogno del Pisa che uscì comunque dalla manifestazione tricolore a testa altissima. I 5 gol del belga Severeyns in Coppa Italia furono senz’altro motivo di soddisfazione, ma non bastarono a cambiare o modificare le valutazioni sul suo conto.

Il Pisa, mestamente retrocesso in serie B, non gli rinnovò il contratto e il belga tornò in patria dove vestì comunque maglie di prima fascia come il Mechelen e nuovamente l’Anversa, dove ritornò a segnare con una certa regolarità. Severeyns era nel pieno della maturità fisica, in fondo confidava di rientrare nel campionato italiano qualche anno dopo, portando in dote un maggior bagaglio tecnico e un pizzico di esperienza in più. Purtroppo il treno della serie A non passa mai due volte, soprattutto se non sei un fuoriclasse: così il belga dovette accontentarsi di un onesto pellegrinaggio in patria e in Austria, dove giocò con il Tirol Innsbruck.

Chiuse la carriera nel 2009, dopo diversi contratti con club di seconda e terza serie. Nell’ archivio dei ricordi di Severeyns, comunque, spiccano i sette gettoni di presenza (con un gol all’attivo) con la nazionale del Belgio, con cui sfiorò anche la convocazione ai campionati mondiali del 1990 in Italia. Da noi, però, è ricordato soprattutto per quella negativa avventura pisana alla fine degli anni ottanta. E Severeyns restò nella storia come uno dei pochi flop di mercato dell’indimenticabile presidente Romeo Anconetani, un uomo (purtroppo scomparso nel 1999) che a Pisa confezionò un autentico miracolo sportivo.

 

Lucio Iaccarino