L’incredibile storia di vita di Carlos Bacca, il nuovo acquisto del Milan.

Carlos Bacca (foto dalla rete)

Carlos Bacca (foto dalla rete)

I miracoli esistono e le favole anche. Per conferma chiedere a Carlos Arturo Bacca Ahumada da Barranquilla, il nome completo del nuovo acquisto del Milan. Bacca insegna che non bisogna nascere calciatori per diventare grandi, lui è la testimonianza che il calcio incorona anche chi suda, chi si impegna e questa è una piccola grande notizia visti gli scandali che puntualmente investono lo sport più amato del mondo.

In molti credono che se superati i 20 anni non hai fatto ancora il grande salto, col calcio devi smettere perchè non sarai mai un giocatore di buon livello. Questo a volte corrisponde alla realtà, altre no, perchè quando c’è la voglia di lottare fino alla fine per inseguire i sogni, nulla è impossibile. Bacca dimostra anche questo. Ma perchè di cosa è stato protagonista il colombiano nella sua vita per poter arrivare ad essere considerato così ricco di valore morale?Ora ve lo raccontiamo.

Fin da quando aveva 5 anni, la sveglia di Carlos Bacca suonava la mattina presto: lui si svegliava e andava ad aiutare papà Gilberto a Puerto Colombia. La sua giornata prevedeva una sola cosa: vendere il pesce, indossando un grembiule bianco e sporcandosi le mani all’infinito pur di portare a casa qualche soldo. Il denaro però non bastava e così Carlos si mise in moto per un secondo lavoro: iniziò ad indossare la divisa da controllore e a salire sui bus, per ritirare i biglietti della gente. Arrivava alla sera stremato, non aveva più neanche la forza di pensare. Tutto questo è stata la sua realtà fino al 2008, quando le sue primavere erano “già” 22.

Finalmente, però, ecco il giorno in cui Bacca può cominciare a rincorrere il suo sogno, giocare a pallone. Inizia a farlo con la maglia della Barranquilla (Serie B colombiana), senza smettere di lavorare ovviamente.  La grande occasione però giunge grazie a Julio Comesaña, detto “El Profe”, il mister dello Junior che decide di lanciarlo nella massima serie. Carlos capisce che il suo momento è arrivato e la sua vita potrebbe presto cambiare. Per sempre. Alla prima partita da titolare, Bacca fa subito gol. I panni del pescivendolo iniziano a stargli stretti e lui è pronto a spiccare il volo, come una rondine che torna a casa. Ciao Puerto Colombia, la migrazione in Europa deve iniziare. Finalmente.


Carlos sbarca in Belgio, al Bruges, segna 30 gol in due anni e conquista la Nazionale. Il pescivendolo sta diventando un campione e su di lui piomba il Siviglia: preso! Il suo sbarco in Andalusia sarà molto fortunato, tanto da conquistare per due anni consecutivi un trofeo come l’Europa League. Sempre da protagonista, ovviamente, sempre mettendoci la firma. Con la doppietta al Dnipro nella finale di quest’anno, Bacca si è consacrato definitivamente. Il suo pianto al fischio finale ha colpito tutti, come lo sguardo e le mani rivolto verso l’alto. Carlos stava ringraziando Dio per averlo reso quello che è ora, per averlo tolto strada.

Ora per lui c’è una nuova avventura, il Milan. Da vendere il pesce e controllare i biglietti a giocare per una delle squadre più importanti della storia del calcio: la parabola di Bacca ha i contorni della magia. Una storia fantastica, destinata a impreziosirsi sotto l’ombra della Madonnina, nella Scala del Calcio. Chapeu, Carlos. Meriti il meglio.

Giuseppe Marzetti