Con una partita ha realizzato 4 record nella storia del calcio

Lewandowski

Lewandowski

Fenomeno, sovrumano, prodigio del calcio. Quanti aggettivi si possono ancora spendere per descrivere Robert Lewandowski, un giocatore che quando è semplicemente in un normale stato di forma è un fuoriclasse mondiale. E che, invece, come è avvenuto nelle ultime 3 settimane, attraversa un particolare stato di grazia, diventa mostruoso riuscendo a centrare la bellezza di quattro record nella storia del calcio realizzati in una sola partita.

Non si spegne l’eco di quanto è accaduto in Bundesliga lo scorso 22 settembre nell’incontro tra il Bayern Monaco e il Wolfsburg all’Allianz Arena, con i celeberrimi 5 gol del polacco messa a segno in dieci minuti, e non in nove come moltissimi hanno sostenuto. Ma anche 10 minuti sono sufficienti per assegnare al giocatore il record di cinquina di reti più rapide nella storia del futbol professionistico, assieme a quelli di poker e tripletta più veloce avvenute rispettivamente in 7 minuti e 5 minuti. Inoltre è il primo giocatore al mondo ad aver segnato 5 volte in una partita entrando dalla panchina. Roba da film al cinema e pure da Guinness dei primati.

Dalla serata magica del 22 settembre il bomber polacco ha messo il pallone in fondo al sacco ben 15 volte in 19 giorni  disputando 6 partite fra Bayern e Nazionale. Dal 22 settembre Lewandowski non si è più fermato. Quattro giorni più tardi ha segnato una doppietta in 12 minuti al Mainz; il martedì successivo ne ha fatti alla Dinamo Zagabria; poi altri due da ex al Borussia Dortmund in campionato. Con la Polonia venerdì scorso ha messo a segno due gol in casa della Scozia e contro l’Irlanda l’altro ieri è continuato il suo momento magico. Il centravanti è andato ancora a segno con la maglia della sua nazionale, eguagliando il record di David Healy per reti segnate in un singolo girone di qualificazione agli Europei. 15 gol nelle ultime 6 partite. Medie che neanche il grande Gerd Mùller o Cristiano Ronaldo.

Lewandowski fa cose molto difficili con una semplicità disarmante. Se il Pallone d’Oro ha ancora un senso, dovrebbe vincerlo lui. Un fenomeno vero….di normale straordinarietà.

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