Intervista esclusiva ad Hernan Molinari, bomber della Fermana.

Hernan Molinari con la maglia del Taranto

Hernan Molinari con la maglia del Taranto

Quasi 250 gol in carriera, tutti segnati nei Dilettanti. La grande occasione tra i professionisti non è mai arrivata, per motivi che niente hanno a che vedere con il valore tecnico del calciatore. Del resto uno così, con questi numeri, non si può certo discutere. Lui è Hernan Molinari, fresco del poker rifilato all’Amiternina nel giorno del suo debutto con la maglia della Fermana. Roba da togliersi il cappello. “Io, la domenica da sogno, Veron e l’amore folle per l’Estudiantes”: questo e molto altro nella nostra intervista al bomber argentino.

Hernan, 4 gol al debutto con la Fermana. Un poker da sogno che ti avrà lasciato grandi emozioni.
“Quello di ieri mi è sembrato un pomeriggio tipico di un film di Tarantino (ride). Venivo dal periodo buio di Montermurlo ed ho esordito con 4 gol fuori casa contro una mia ex squadra: è stato fantastico, anche perchè credo non abbia prezzo segnare la rete decisiva al 93′ davanti a mia moglie incinta e ai miei genitori che sono venuti a vedermi dall’Argentina. Loro, poi, sono i miei portafortuna: le altre due volte che mi hanno visto giocare, ho fatto doppietta e tripletta. Alla prossima occasione pagherò io il biglietto così faccio cinquina…”.

I tuoi numeri parlano da soli: quasi 250 reti in carriera. Com’è possibile che uno così non abbia mai giocato tra i professionisti?
“Diciamo che è stata una scelta voluta da me, soprattutto nei primi anni. Sono arrivato in Italia con una situazione familiare molto precaria: mio padre aveva appena perso il lavoro e giocare in Serie D mi permetteva di mandare più soldi a casa. La famiglia per me è sempre venuta prima di tutto ed aiutarli era la prima cosa a cui pensavo. Ora per fortuna la situazione si è messa a posto e lui lavora come chef all’Estudiantes, la squadra per cui vado pazzo (ho anche un tatuaggio ndr). Comunque sono contento delle cose che ho fatto in carriera, anche perchè evidentemente riesco a rendere al meglio in queste categorie. Rifarei tutte le scelte fatte, non ho rimpianti!”.

Raccontaci ora gli inizi di Hernan Molinari con un pallone tra i piedi.
“Il primo regalo che ti fanno in Argentina è sempre un pallone, quindi mi sono innamorato subito di questo sport. Fino a 12 anni ho giocato nelle varie scuole calcio della zona, prima di fare un provino con l’Estudiantes. Mi presero e così ho fatto tutto la trafila giovanile con loro, senza riuscire però ad esordire in prima squadra. A quel punto ho deciso di realizzare il mio sogno e venire in Italia, anche per la necessità di guadagnare di più. Al mio arrivo in aereoporto dovevano venire a prendermi dei dirigenti una squadra di C1 ma non si è presentato nessuno: sono stato sette ore da solo. Tramite un altro contatto sono finito in Eccellenza al Guspini e da lì è iniziato tutto”.

Nelle giovanili dell’Estudiantes hai giocato con qualche calciatore che poi è riusciuto a fare carriera in club europei?
“No, perchè in quel momento l’Estudiantes non era all’apice e la maggior parte dei ragazzi con cui ho giocato sono rimasti in Argentina. Nessuno di loro è esploso in ambito europeo”.

Svelaci la piazza in cui hai giocato che ti ha lasciato i ricordi più belli.
“L’anno e mezzo con il Taranto penso sia stato il più bello della mia carriera. Giocare allo “Iacovone” con 15.000 persone che urlano il tuo nome è un’emozione che tutti vorrebbero provare. Spero di rivivere momenti del genere anche qui a Fermo. Farò di tutto per aiutare la squadra ad ottenere ottimi risultati: solo così lo stadio tornerà pieno come una volta”.

Ora una curiosità. Il tuo idolo e l‘attaccante che ti faceva impazzire quando eri ragazzino.
“Come idolo dico Juan Sebastian Veron. Lui è sempre stato un tifoso dell’Estudiantes (come me ndr) ed è tornato lì per ripotarlo in alto. E’ riuscito a vincere la Copa Libertadores, sfiorando l’impresa con il Barcellona nella finale del Mondiale per club. Non dimenticherò mai quello che ha fatto per la nostra squadra del cuore. Per quanto riguarda l’attaccante, invece, scelgo Bruno Marioni, un giocatore che conosceranno in pochi. Ha giocato in Messico e in Argentina: non segnava moltissimi gol ma ero pazzo di lui per le sue giocate spettacolari”.

Chiudiamo con uno sguardo al futuro. Dove si immagina Hernan Molinari una volta appese le scarpette al chiodo?
“Mi immagino in Argentina, dove mi troverò un nuovo lavoro. Mi piacerebbe tanto poter aiutare tutti quei giovani argentini che per problemi economici devono pensare esclusivamente al lavoro e non hanno la possibilità di giocare a calcio. Vorrei fare in modo che anche loro possano avere una chance di venire a giocare in Italia, come è successo a me”.

Te lo auguriamo Hernan. Chapeau.

Giuseppe Marzetti