Abbiamo intervistato il giovane calciatore del Milan Gianfilippo Felicioli che fa parte della Primavera di Brocchi.
Tutti i bambini che crescono con la palla tra i piedi sognano un giorno di diventare grandi campioni di squadre blasonate, serve sacrificio, costanza e un pizzico di fortuna, solo pochi riescono a rendere il proprio sogno realtà. Gianfilippo Felicioli, classe ’97 originario di Fiuminata, ha lavorato duro per far si che il suo sogno diventasse realtà.
Cresciuto nella Folgore Castelraimondo il gioiellino marchigiano è poi passato al Camerino Calcio e dopo una stagione alla Maceratese, la sua ultima squadra in terra marchigiana. Proprio mentre giocava con la maglia biancorossa infatti Filippo Galli, in qualità di osservatore per il settore giovanile del Milan, è arrivò nelle Marche e prelevò il giovane talento, strappandolo alla concorrenza dell’Atalanta che aveva avuto modo di osservare Felicioli durante un torneo estivo. Era l’estate del 2011 e per Felicioli era l’inizio di un sogno: si partiva alla volta di Milano.
Gianfilippo sei cresciuto nella Folgore Castelraimondo, poi Camerino e Maceratese, squadra che ti ha permesso di metterti in mostra e arrivare al Milan. Sono trascorsi 5 anni e ora sei un perno della Primavera allenata da Mister Brocchi. Come vivi il pesante paragone con lo storico capitano rossonero Paolo Maldini?
“Sinceramente la prima volta che ho letto il paragone con Maldini ne sono stato molto orgoglioso perché lui forse è il mio più grande idolo ma ci rido su perché è un paragone che non sta né in cielo né in terra. Lui è stato una bandiera del Milan, una leggenda per questo sport, io sono ancora un ragazzo giovane che deve consacrarsi nel calcio che conta e che ha ancora tanto da imparare.
Posso dire che lavoro duro per avvicinarmi almeno un po’ a Paolo Maldini. Sono molto soddisfatto di essere a Milanello in quanto indosso una delle maglie più prestigiose al mondo e durante questi anni sono cresciuto ovviamente come giocatore ma soprattutto come uomo che è la cosa più importante”.
Non deve essere stato facile per te trasferirti da solo in una grande città a tredici anni. Raccontaci come hai vissuto questo importante cambiamento. Che ruolo ha la tua famiglia nella tua vita calcistica?
“Per un ragazzino di 13 anni proveniente da un paesino come il mio, l’iniziale approccio con la grande città non è stato facile ma con il passare dei mesi fortunatamente mi sono abituato. La mia famiglia ha un ruolo chiave nella mia vita, hanno fatto tanti sacrifici e ne fanno tutt’ora perché avere il proprio figlio lontano 600 km da casa non è facile ma mi hanno sempre appoggiato permettendomi di vivere il mio sogno. Mi seguono sempre, non si perdono una partita. Non finirò mai di ringraziarli e spero che siano orgogliosi di quello che sto facendo”.
Qual è il ruolo nel quale ti senti più a tuo agio e l’allenatore più importante di questi tuoi primi anni di carriera?
“Ora mi sto specializzando nel giocare terzino ed è un ruolo che mi piace molto considerato anche la mentalità offensiva con cui giochiamo, credo che sia il ruolo più adatto alle mie qualità quindi dico terzino. Per quanto riguarda gli allenatori sono stati tutti fondamentali nel mio percorso di crescita ma se devo scegliere dico mister Di Luca e mister Carlo Tartuferi, allenatori che ho avuto nelle Marche e senza dubbio mister Inzaghi e mister Brocchi qua a Milano”.
Lo scorso maggio proprio Inzaghi ti fece esordire al San Paolo di Napoli concedendoti otto minuti di gara. Raccontaci le emozioni di quella sera.
“Credo che sia stato il giorno più emozionante della mia vita, una cosa del tutto inaspettata, esordire in uno stadio così importante indossando una maglia così pesante. Sarò sempre grato a mister Inzaghi per la grande opportunità che mi ha dato e per il grande lavoro che ha svolto su di me”.
Ti senti pronto per il definitivo salto di qualità?
“Se sono pronto per il definitivo salto questo lo dirà il campo e il tempo, io ho solo tanta voglia di dimostrare il mio valore giorno dopo giorno e di migliorarmi sempre, pretendo sempre il massimo”.
Il Milan nell’ultima stagione sembra aver finalmente virato su un progetto di qualità giovane e italiano, lo dimostra ad esempio l’esordio del giovane portiere Donnarumma o del tuo ex compagno di squadra Davide Calabria. Pensi ci possa essere spazio anche per te nel Milan del futuro?
“Questo non lo so, deciderà la società anche in base alle mie prestazioni, io per adesso penso solo alla Primavera e a continuare a far bene. Il mio obiettivo è continuare a vestire questa maglia il più a lungo possibile ma dipenderà dalle mie prestazioni e dalla società come ho detto prima. Da parte mia posso garantire sempre il massimo impegno. E’ una società storica che ha scritto la storia del calcio moderno in Italia e in Europa, sa riconoscere i talenti, io devo lavorare per meritarmi la loro fiducia”.
Come ti vedi tra dieci anni? C’è una squadra nella quale sogni di giocare?
“Non penso mai al futuro, mi concentro solo sul presente e su quello che mi sta accadendo ora, il mio sogno è diventare una bandiera del Milan e far parte di questa società per ancora tanti anni. Sto vivendo il sogno di tanti ragazzi, mi sento fortunato”.
Ti ringraziamo per la disponibilità e l’umiltà con la quale hai risposto alle nostre domande. Ti auguriamo di realizzare tutti i tuoi sogni e di diventare presto una certezza nel panorama calcistico italiano.
“Grazie a voi, è stato un piacere rispondere alle vostre domande. Crepi il lupo!”.
Giulia Santarelli