Gianni Infantino è stato eletto ieri nuovo Presidente dell’Uefa. Nato in Svizzera da genitori italiani lavorava sui treni e da bimbo vedeva l’Inter. 

Gianni Infantino e Javier Zanetti durante un sorteggio della Champions League

Gianni Infantino e Javier Zanetti durante un sorteggio della Champions League

Fino a ieri Gianni Infantino era l’uomo dei sorteggi, tutti ricorderete il suo faccione al fianco dei vari campioni che estraevano le palline per stabilire gli accoppiamenti dei vari gironi o turni della Champions League. Da ieri però è diventato uno degli uomini più potenti del calcio mondiale venendo eletto come nuovo Presidente dell’Uefa al posto dell’indagato Michel Platini.
Ma chi è Gianni Infantino? Nato 46 anni da a Briga, nel cantone Vallese della Svizzera, da padre calabrese e madre della Valcamonica è cresciuto nella stazione del piccolo paese dove i suoi lavoravano. Una passione sfrenata per il calcio lo porta a fondare un club svizzero di soli italiani, la Folgore, e nel frattempo studia all’università e lavora nelle carrozze letto dei treni e alla pulizia dei vagoni.

LA PASSIONE PER L’INTER
Il padre, simpatizzante interista, lo portava spesso a San Siro, del resto Milano è facilmente raggiungibile dalla Svizzera, e Briga è proprio ad un passo da Domodossola così nacque la sua passione per due calciatori: “Ero piccolo ed i miei eroi diventarono Altobelli e Beccalossi“.

LA CARRIERA CALCISTICA ED IL FAIR PLAY FINANZIARIO
Dopo la laurea in Giurisprudenza inizia a lavorare come consulente calcistico prima in Spagna, Italia e Svizzera. Successivamente parte una collaborazione con l’Università di Neuchatel che lo porterà a diventare il Segretario Nazionale del Centro Internazionale per gli studi sportivi. Impara ben cinque lingue e nel 2000 entra a far parte dell’Uefa. Nel 2004 è direttore degli affari legali e Club Licensing Division mentre nel 2009 è il nuovo Segretario Generale. Diviene il braccio destro di Platini ed è lui che ha il compito di portare avanti il progetto del “Fair Play finanziario” voluto dal francese. Adesso la sua proposta è quella di portiare il Mondiale a 40 squadre e di controllare il denaro in entrata delle società calcistiche mentre sulla tecnologia in campo dice: “Giusto aprire il dibattito e capire in cosa può aiutare a migliorare il calcio“.