Una formazione da stropicciarsi gli occhi.
George Best (foto dal web)
Undici campioni, undici miti. Gente che non solo spiccava per talento e capacità balistiche, ma che si differenziava per una personalità fuori dal comune. Eric Cantona non è mai stato un personaggio qualunque, sia in campo che fuori. Le sue prodezze nei giorni caldi al Manchester United sono ancora impresse nella mente di chiunque ami il gioco del calcio, così come le sue bizze e i suoi attimi di follia.
L’ex campione francese non si è smentito neanche quando gli è stato chiesto di stilare la sua top 11 all-time, formazione che abbiamo deciso di riproporvi a distanza di qualche tempo. Un 3-3-4 offensivo e spavaldo, tutto genio e sregolatezza, proprio come Cantona. Il portiere non poteva che essere lui, Renè Higuita, un folle prestato al mondo del calcio, con le sue parate grazie al “colpo dello scorpione” che sono diventate storia.
In difesa troviamo il grande Giacinto Facchetti, unico e inimitabile per classe e mentalità vincente. Con lui ecco Franz Beckenbauer, il mastino tedesco che assomigliava ad una diga invalicabile. Completa il reparto il brasiliano Lèo Junior, che in Italia ricordiamo per le esperienze con le maglie di Torino e Pescara.
Maradona (foto dal web)
Passiamo al centrocampo, dove spicca il carisma e la cattiveria agonistica di un certo Roy Keane, insieme al talento infinito di Carlos Valderrama. Non poteva mancare poi la velocità di uno come Garrincha, la freccia verdeoro. Il reparto avanzato prevede la presenza di mostri sacri, a partire da Diego Armando Maradona, forse il più grande di tutti i tempi, il fuoriclasse puro, l’essenza di essere un campione.
Il Pibe de Oro, però, è in ottima compagnia, con Johan Cruijff e George Best, due che non si sono mai sentiti inferiori a nessuno. Chiude questo 11 stellare Mario Kempes, campione del mondo con l’Argentina ai Mondiali del 1978. Insomma, tanta roba. Una squadra che solo a pronunciarne i nomi farebbe paura a chiunque. Eric Cantona, del resto, è stato sempre uno da gusti raffinati e questa ne è stata l’ennesima dimostrazione.
Chapeau.