Il gestore dell’Eldense fa chiarezza.
Giornata di conferenza stampa per Nobile Capuani (in foto), il gestore dell’Eldense, la società spagnola finita nella bufera per questioni relative al calcioscommesse. Sotto accusa almeno cinque partite della Segunda B (terza serie spagnola), tra cui quella con il Barcellona B di sabato 1° aprile finita 12-0 per i catalani.
Dopo aver passato una notte in carcere, Capuani si sfoga e si dichiara non solo innocente, ma vittima. “Questa conferenza stampa la dovevo ai miei figli, che hanno visto il loro padre arrestato per una vicenda nella quale sono io a sentirmi truffato. Ho preso l’Eldense a dicembre da ultimo in classifica e ho cercato di fare calcio per togliermi delle soddisfazioni, costruendo la squadra in 10 giorni nel mercato di gennaio. Ho rilevato la gestione della società per due anni e mezzo, ma nel momento della firma con il presidente Ortuno veniva dichiarato che non c’erano debiti. Successivamente è salto fuori tutto, i debiti c’erano ed erano in totale di 400mila euro. In più è stato scoperto che il presidente Ortuno non avrebbe potuto darmi la gestione: è per questo che lunedì l’ho denunciato.
Mi ero accorto – continua Capuani- che qualcosa non stava funzionando, perdevamo sempre e non mi spiegavo il motivo. Prima della partita con il Cornellà (una di quelle sotto inchiesta, ndr), avevo addirittura offerto un premio ai miei giocatori in caso di vittoria, ma non potevo sapere cosa c’era sotto”.
Poi il patatrac finale nella sconfitta per 12-0 con il Barcellona B. “Quella partita ha fatto saltare il banco, ci sono stati 6 gol in 20 minuti e tre triplette: un giro di soldi pazzesco per le scommesse. Quello che posso dire è che il calcio è finito, io non sono mai stato accusato di nulla sul calcioscommesse e trovarmi su tutti i giornali mi ha fatto provare tanta vergogna: non ho più intenzione di mettere in ballo la mia vita per questo sport dopo come mi hanno trattato”.