Il Perugia di Luciano Gaucci scoprì molti calciatori che diventarono anche famosi, ma portò in Italia atleti che si rivelarono delle vere e proprie meteore.
A cavallo tra gli anni ’90 e 2000, una squadra che stupì moltissimo fu il Perugia di Luciano Gaucci. Sotto la guida del presidente romano, il club arrivò dalla serie C alla A in poche stagioni, riuscendo a vincere una Coppa Intertoto e a diventare una realtà importante del calcio italiano. In questo periodo numerosi futuri campioni passarono a Perugia, come Materazzi, Zè Maria, Nakata, Grosso e Miccoli. L’era Gaucci però è ricordata spesso per i tantissimi giocatori “particolari” passati a Perugia, alcuni provenienti da realtà non propriamente rinomate per il calcio e altri semplicemente non adatti alla Serie A.
Menzione “onorevole” per Ivan Kaviedes, al quale abbiamo già dedicato in precedenza un articolo a parte.
Soprannominato “The Snake”, per la sua capacità di liberarsi dell’uomo, dopo un’ottima stagione nel Coventry City, viene preso dal Perugia a parametro zero. Ai Grifoni però, Bothroyd delude molto e torna in patria dopo una stagione e sole 5 reti. Dopo aver girovagato tutto il Regno Unito, trovando un po’ di continuità solo a Cardiff, si trasferì prima nella serie a tailandese e poi in Giappone.
Il terzino destro classe ‘73, si fece notare nel mondiale del 2002 con la nazionale senegalese. Giocò principalmente in Francia, ma, dopo una brevissima parentesi al Birmingham in Inghilterra, fu preso dal Perugia, collezionando una quarantina di presenze. Nel 2005 passò al Parma dove giocò per tre anni, prima di ritirarsi nel 2008.
- Silvio Spann
L’attaccante originario di Trinidad, arrivò a Perugia nel 2001. Figlio d’arte, non riuscì ad avere lo stesso successo del connazionale Dwight York, allora in forza al Manchester United. Dopo un prestito alla Sambenedettese, anch’essa allora di proprietà di Gaucci, collezionò alcune presenze anche in Croazia nella Dinamo Zagabria, in Giappone nello Yokohama FC, con il quale vinse un campionato di seconda serie e in Galles con il Wrexham AFC per poi tornare in patria.
- Pablo Guiñazú
Soprannominato “El Cholo”, come Pablo Simeone, arrivò a Perugia dopo buonissime stagioni al Newell’s. Il fallimento della sua avventura umbra però è principalmente da ricercare nei problemi burocratici legati al suo trasferimento in Italia. Dopo solo un anno e appena 14 presenze torna in Sud America dove vivrà le sue migliori stagioni nell’Internacional di Porto Alegre, del quale diventerà capitano e con cui vincerà quattro campionati statali, una Copa Sudamericana, una Recopa e soprattutto una Copa Libertadores nel 2010.
Quando arrivò nell’estate del 2000, fu subito considerato una delle tante operazioni stravaganti del presidente Gaucci. Tuttavia non deluse completamente le aspettative, dimostrando di essere un centrocampista con un buon senso dell’inserimento. La sua avventura italiana si concluse però nel 2002. Durante gli ottavi di finale dei Mondiali, realizzò il golden gol che eliminò l’Italia. Gaucci decise di non riscattarlo, in quanto “non avrebbe pagato lo stipendio alla rovina del calcio italiano”. Dopo una breve esperienza in Germania tornò in patria fino a fine carriera nel 2012.