Una sola stagione non è mai abbastanza per entrare nell’olimpo dei talenti. Ma Paulo Bruno Exequiel Dybala, 31enne di Laguna Larga, ha tutti i numeri per essere considerato uno dei top player di Serie A degli ultimi dodici anni. Prima o seconda punta. Ma anche trequartista, esterno offensivo o falso centravanti. Pentacampione d’Italia con la Juventus. Tre volte vincitore della Coppa Italia e quattro della Supercoppa, sempre con i bianconeri. A Torino ha realizzato 82 reti in sette stagioni. 

 

Perché Dybala è ancora considerato uno dei migliori talenti della Serie A?

 

Brevilineo, rapido, imprevedibile. “è la miccia e la bomba”, ha detto recentemente Claudio Ranieri. È quello che manca nei momenti di stallo, capace di accendersi e detonare. È la Joya. Irresistibile nel dribbling. Letale nel contropiede. Ma il destino del campione sembra essere universale. Il fisico non sempre è all’altezza, cede, inciampa e cade nella routine dell’infermeria vittima di tanti, troppi infortuni. Per fortuna resta sempre il talento, il genio, la giocata improvvisa, la folgore e l’emozione. È questo il motivo principale per cui c’è ancora tanto da scrivere su Paulo Bruno Exequiel Dybala, l’argentino di Laguna Larga. Uno dei migliori in Serie A.

 

La Roma con e senza Dybala

Lo disse Mourinho e lo conferma Ranieri: esiste una Roma con Dybala e una senza l’argentino. Lo si vede nelle performance di squadra e nel rendimento nelle diverse competizioni. Lo stato di forma dell’argentino sin qui ha superato le aspettative, specialmente nell’ultimo periodo, riportando i capitolini in lotta per un posto europeo e spaventando le dirette concorrenti. Per questo motivo quando gioca Dybala le quote maggiorate sulla Roma risultano sempre convenienti, soprattutto contro le medio-piccole: le chance di vittoria dei giallorossi diventano alte quasi in automatico.

 

Cosa rende la Joya il miglior talento della Serie A 

Tralasciando la retorica, che porterebbe a chiedersi cosa fa di un giocatore un talento, Paulo Dybala può essere sicuramente incluso nella categoria degli atleti con quella particolare disposizione fisica e mentale in grado di fare la differenza. Mancino di pura classe, preferisce partire dalla destra per accentrarsi e tirare. Abile a proteggere la sfera per far salire la squadra, Dybala è altrettanto bravo con il pallone tra i piedi. Quando è in movimento e quando è fermo. Perché il talento di Laguna Larga è mirabile anche sui calci piazzati. Dribbling, agilità nello stretto, rapidità a tutto campo e bravura di testa, nonostante i suoi 177 cm. La Joya è il giusto mix di caratteristiche tecniche e potenzialità innate che fanno di lui uno dei migliori dal 2012 in Serie A. Senza dimenticare la straordinaria stagione in B con 21 reti in 89 partite a Palermo.

 

Quale futuro per Dybala? 

Destinato a partire nell’estate 2024, Dybala è rimasto a Roma nel tripudio della sua gente. L’anagrafica era sul punto di spedirlo nel limbo dei calciatori che non appartiene più a nessuno. Come certe realtà del calcio post-moderno. Pronto a raggiungere l’Arabia, direzione Al Qadsiah, è rimasto nella Capitale, in un mondo più umano, quello che nonostante la parentesi di incomprensioni tra i Friedkin e De Rossi, alla fine lo ha fatto incontrare con Claudio Ranieri. Ma se questo è il presente, resta da capire quale sarà il futuro dell’attaccante albiceleste campione del mondo. 

Scartata per sempre (o forse no, chi può dirlo) l’opzione medio oriente, il 31enne di origini italo-polacche è in prossimo al rinnovo automatico con la Roma fino al 2026. Insomma, altri due anni per godersi il divertimento di veder giocare l’estro argentino. Dybala resta uno dei pilastri di questa Roma. Ranieri  lo ha blindato per garantire alla rosa un uomo di leadership e qualità per il presente e per il futuro. La clausola rescissoria si è nuovamente attivata e Paulo ha nuovamente detto no ai soldi esteri (i 10 milioni del Galatasaray). La Joya ha scelto di restare nella Capitale. A Roma si trova bene e per lui questa città è diventata una vera e propria casa. Il futuro anteriore? Poi si vedrà.