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  05/12/2006 - CALCIO-SCOMMESSE: E' CAOS


Scommesse illecite, 21 giocatori nei guai

Centosessantamila euro di scoperto sul conto corrente. A tanto ammontava il "rosso" di Vincenzo Sommese il 31 dicembre 2004. Sommese ha 30 anni, gioca come ala destra nel Mantova (serie B) e sul campo se la cava piuttosto bene. Fuori no, ha qualche problema. Ama scommettere e dilapida quattrini.
"Sembrerebbe che anche compagni di squadra (Scarchilli) prestino denaro al Sommese, la cui posizione offre valutazioni di natura extra giudiziaria, su profili di natura squisitamente patologica delle persone sfortunatamente coinvolte in attività di gioco d’azzardo»: così scrivono i tenaci investigatori della Guardia di Finanza di Udine che, guidati da Lorenzo Del Giudice, pm della Procura della città friulana, hanno chiuso l’inchiesta su un maxi giro di scommesse non autorizzate in cui sono implicati 21 calciatori (in attività e non). Le peripezie finanziarie di Sommese sono emblematiche di un certo andazzo. Ricchi e acclamati, gli eroi degli stadi amano complicarsi la vita con vizietti pericolosi.

GLI INDAGATI Ecco i 21 calciatori inquisiti a Udine: Abeijon (Atalanta), Bia (ex Bologna, Inter e Napoli), Bordin (ex Napoli), Di Michele (Palermo), Ferrante (Pescara), Fresi (ex Inter), Gregori (ex Udinese e Verona), Iaquinta (Udinese), Jankulovski (Milan), Kalac (Milan), T. Manfredini (Bologna), Margiotta (Frosinone), Pierini (ex Udinese), Pineda (ex Udinese), Pinzi (Udinese), Scarlato (Spezia), Schwoch (Vicenza), Sgrigna (Vicenza), Sommese (Mantova), Sosa (Napoli), Walem (ex Udinese).

I REATI Buona parte dei ventuno sta per ricevere l’avviso di chiusura indagini con due notizie di reato: violazione della legge 401/’89 per aver partecipato a "scommesse, giochi e concorsi a pronostici abusivamente raccolti e gestiti"; effettuazione di operazioni bancarie "con modalità elusive della normativa anti-riciclaggio". I magnifici ventuno non andranno in galera. I più sceglieranno di patteggiare e godranno dei benefici di legge. Pene miti, ma fedine macchiate.

L’EDICOLA MAGICA Nel centro di Udine, in piazza San Giacomo, prospera un’edicola. La mandano avanti Armando Zamparo e la sua compagna, T.S., e il gabbiotto è munito di fax e computer. Zamparo è giornalaio speciale. S’intende di finanza, ha innumerevoli conti correnti e movimenta soldi. Milioni di euro. "Ci sa fare", spiegano i tosti finanzieri friulani, che da tempo monitorano le acrobazie bancarie dello Zamparo. Diverse persone affidano i propri soldi all’Armando anziché a un promotore autorizzato. Perché? Il denaro non è tutto uguale, c’è quello "ufficiale" e c’è quello "ufficioso", e sembra che l’edicolante sappia come rendere ufficiale un euro ufficioso. Zamparo ha diversi collaboratori: anomale somme transitavano persino sul conto di un condominio.

COLLETTORE Zamparo offre poi altri servizi: raccoglie soldi per scommesse e giochi d’azzardo; fa da tramite con società del settore; procura codici e password; accredita somme per conto terzi sui conti on line presso siti specializzati in giochi d’azzardo. Per capirci: i 21 calciatori sono finiti nella rete perché intrattenevano frequenti rapporti telefonici o via e-mail con Zamparo e perché gli versavano il denaro delle giocate. In parte erano "dazioni" in contanti, in parte i quattrini viaggiavano attraverso bonifici e assegni (ecco perché sono stati smascherati). Del cash non v’è certezza, però, per avere un’idea dei volumi, si sappia che uno dei 21 calcio-indagati un giorno prelevò 30 mila euro dal proprio conto e non certo per devolverli in beneficenza.

CONNIVENZE E TRASPARENZA Eurobet è la società di scommesse più gettonata da Zamparo e dai suoi "assistiti". Zamparo non rappresenta per Eurobet un semplice cliente o procacciatore di scommettitori. Lo provano gli stretti rapporti con due funzionari di Eurobet Italia e il fatto che l’edicolante abbia accesso ad aree riservate dei siti della società inglese. In ballo c’è la trasparenza del banco, a questo punto Eurobet dovrebbe fare chiarezza per tutelare se stessa. Come? Mostrando tutte le scommesse dei singoli calciatori implicati (quanto affiorato è minima parte). E’ appurato che Di Michele, Margiotta e Sommese puntavano su partite del calcio italiano e a volte delle proprie squadre. Si prenda Di Michele che il 19 febbraio 2005 compilò una "schedina" di scommesse in cui figurava Udinese-Inter 1-1, gara disputata sul campo da Di Michele medesimo.

CATTIVI ODORI Diciamola tutta: si sospetta che sullo sfondo ci siano partite taroccate. Gli inquirenti di Udine sono attratti in particolare da due scommesse vincenti reperite nel giro dell’edicolante: quella sul pari di Reggina-Bologna 1-1 dell’8 maggio 2005 e quella su un tris di pareggi del 22 aprile 2006 (Ascoli-Cagliari 2-2; Parma-Siena 1-1; Udinese-Chievo 1-1). La prima giocata risulta effettuata da tale "Valle Maria", che si ritiene essere uno pseudonimo, e impressionano le cifre: 100 mila euro di puntata e 40 mila di guadagno. La seconda (terno di X: 10 mila giocati, 80 mila e 300 di «plusvalenza») è di paternità ancora più incerta. Deduzione sul mago di Reggina-Bologna: non si rischiano 100 mila euro in un colpo se non si è sicuri dell’esito. "Valle Maria" - a proposito: in Italia ci sono circa 2.400 donne con queste generalità - potrebbe essere un addetto ai lavori, uno dei 21 calcio-indagati di Udine informato di certi accordi. Scommesse abusive e frode sportiva, il confine è sottile.
Sebastiano Vernazza